Archive for the ‘Salute’ Category

Omicron 5, impennata dei contagi tornano i ricoverati con i caschi e le polmoniti: cosa sta succedendo

domenica, Luglio 3rd, 2022

Paolo Russo

ROMA. I contagi si mantengono sopra quota 80mila, ieri 84.600 che sono 28mila in più della settimana precedente. Ma quello che preoccupa i super esperti della Salute sono due numeretti nascosti tra le pieghe del bollettino settimanale di sorveglianza Covid dell’Iss. Il primo è l’Rt “augmented” «che indica in quale misura andranno a crescere o a diminuire i contagi la settimana successiva», ci spiega Gianni Rezza, direttore della Prevenzione al dicastero di Speranza. Ci si aspettava iniziasse a decrescere e invece il picco non sembra essere stato raggiunto, perché da un valore di 1,47 è salito ancora a 1,55. «Il che vuol dire che nei prossimi giorni ogni due positivi se ne infetteranno altri tre», spiega sempre Rezza. E con questo trend l’asticella dei 100mila casi sarà superata a breve.

Ma a crescere nettamente è anche un altro Rt, quello tarato sui sintomi, che come sottolinea il bollettino dell’Iss «è in netto aumento rispetto alla settimana precedente», passando da 1,1 a un valore di 1,32. Vuol dire che ogni 100 persone con sintomi se ne infettano 132 con forme di malattia più o meno grave.

Tutto questo mentre oramai un contagiato su dieci, il 9,5% per l’esattezza, è uno che il Covid se lo era già fatto prima. La settimana scorsa erano l’8,4%.

Che qualcosa della narrazione di un virus sempre meno pericoloso stia cambiando lo dicono i medici in prima linea nella lotta al Covid. «Ricominciamo a vedere cose che non vedevamo più» afferma il presidente nazionale del servizio sanitario di urgenza 118, Mario Balzanelli. «Mentre le precedenti versioni di Omicron risparmiavano le vie aeree inferiori, ora stiamo ricominciando a vedere polmoniti provocate dalla Omicron BA.5, che riesce a raggiungere gli alveoli. E alcune richiedono la ventilazione assistita».

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Covid, aumento di Rt e incidenza. Salgono i tassi di occupazione di terapia intensiva e reparti ordinari

venerdì, Luglio 1st, 2022

di F. Q.

L’enorme contagiosità di Omicron 5 fa segnare ancora un aumento all‘indice di trasmissibilità e incidenza dei casi Covid: nel periodo 7-20 giugno, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,30 (range 1,06-1,56), in aumento rispetto all’1,07 della settimana precedente ed oltre la soglia epidemica. C’è stato quindi un balzo dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 763 ogni 100.000 abitanti per il periodo 24-30 giugno contro il precedente dato di 504 ogni 100mila (17-23 giugno). Il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 segnala anche un incremento dei ricoveri per Covid-19 sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,6% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 giugno) rispetto al 2,2%. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 10,3% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 giugno) rispetto al 7,9%. I dati sono comunque sotto la soglia di allerta. Nessuna Regione e Provincia Autonoma (PA) è classificata a rischio basso anche questa settimana. Tredici Regioni/PA sono a rischio moderato, mentre scendono da 9 a 8 le Regioni/PA classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza; tre di queste sono ad alta probabilità di progressione. Venti Regioni/PA riportano almeno una singola allerta di resilienza; 8 Regioni/PA riportano molteplici allerte di resilienza.
L’incidenza dei casi di Covid sale sopra 700 per 100mila abitanti in 13 regioni (8 la scorsa settimana), con i valori più alti (oltre 900) nel Lazio, in Sardegna e Veneto: Abruzzo (870,4), Campania (872,1), E-R (772,9), FVG (762,4), Lazio (929,6), Marche (744,1), Molise (727,4), Puglia (788,4), Sardegna (922,7), Sicilia (772,6), Toscana (716,3), Umbria (898,7), Veneto (927,3). Rispetto all’occupazione dei reparti sono 4 le Regioni sopra soglia del 15%: Calabria, Sicilia, Umbria e Val d’Aosta. Il dato nazionale è al 10,3%. Emerge dalla scheda sugli indicatori decisionali allegata al monitoraggio settimanale che l’Ansa ha visionato.

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Covid, la nuova ondata rischia di far “richiudere” l’Italia

mercoledì, Giugno 29th, 2022

Paolo Russo

Nessuno lo avrà mai ufficialmente proclamato, ma a metà luglio, quando l’ondata anomala estiva del Covid dovrebbe aver raggiunto il suo picco, una bella fetta d’Italia rischia di essere di nuovo in lockdown. Perché in isolamento domiciliare si potrebbero ritrovare due milioni di italiani se non di più. Che sommati a quelli in ferie rischiano di mandare in tilt servizi essenziali, come quelli finalizzati alla nostra sicurezza, i trasporti, la protezione civile già sotto stress tra siccità e incendi, la stessa sanità, dove in media tra luglio e agosto metà del personale se ne va in vacanza, mettendo fuori uso un letto su tre. E a ieri già 6.035 erano occupati da pazienti positivi al virus.

L’ultimo bollettino ha fatto segnare il record di contagi dal 27 aprile scorso: 83.555 e 69 morti, con il tasso di positività dimezzatosi in 24 ore all’11,6%, ma solo per il boom di tamponi eseguiti, ben 717mila. E anche questo è indice di quanto il virus stia circolando, molto sottotraccia.

Il numero che comincia a preoccupare di più è però quello degli italiani in isolamento domiciliare, che sono ben 767mila ma che sarebbero in realtà molti di più, almeno un milione secondo gli esperti del ministero della Salute. Ai numeri ufficiali occorre infatti aggiungere quelli di chi per non restare intrappolato sette o più giorni chiuso in casa il tampone se lo fa da sé, senza denunciare il proprio stato di positività. I positivi sommersi sarebbero almeno altrettanti di quelli ufficiali. Ma magari alcuni di loro momentaneamente fuori uso lo sono comunque, perché non sempre Omicron 5 è una passeggiata. Ecco così che si arriva alla stima minima di un milione. Che potrebbero raddoppiare in due settimane, considerando che negli ultimi sette giorni i contagi sono cresciuti del 52%, trainandosi dietro con uguale velocità gli isolamenti domiciliari causa Covid. Contemporaneamente salgono anche i ricoveri, in particolare quelli nei reparti ordinari, dove 15 giorni fa i letti occupati erano 4.210 a fronte dei seimila e passa di ieri. Ma il tasso di occupazione è ancora al 9,4%, distante dalla prima soglia d’allerta del 15. E comunque la crescita è nettamente più lenta di quella dei contagi, mentre la curva dei decessi per ora resta stabile.

Difronte a questo quadro gli esperti si dividono sul fatto se sia sensato o meno mantenere l’isolamento dei positivi. O perlomeno di quelli asintomatici. Nel partito nel no alla cancellazione dell’obbligo si sono iscritti esperti del peso di Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di sanità), Walter Ricciardi (consigliere di Speranza) e Guido Forni (immunologo dell’Accademia dei Lincei). Il ragionamento a favore della quarantena si può sintetizzare così: «In primo luogo lasciando liberi i positivi di circolare mettiamo in pericolo i più fragili, che vuoi per l’età, vuoi per le loro malattie hanno un sistema immunitario che li espone alla minaccia della malattia grave, anche se vaccinati. In secondo luogo favorendo la maggiore circolazione del virus ne favoriamo anche le mutazioni, che non è detto siano sempre in meglio». Terza ragione del no è che l’aumento dei contagi indotto dal liberi tutti dei positivi metterebbe ancora più a rischio la tenuta dei servizi essenziali che si vorrebbero tutelare.

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Salgono i contagi Covid e i ricoveri, mascherine sul posto di lavoro: ecco fino a quando e le nuove regole

lunedì, Giugno 27th, 2022

Paolo Russo

ROMA. La crescita dei contagi non vuol saperne di rallentare e ora anche i ricoveri sembrano aver imboccato una salita più ripida. Così con questo quadro epidemiologico difficilmente il 1° luglio nei luoghi di lavoro privati vedremo i lavoratori riporre in tasca l’amata-odiata mascherina. Anzi, quasi sicuramente non saranno nemmeno più liberi di scegliere se indossare le meno ostiche chirurgiche, perché l’obbligo dovrebbe restare e riguardare le più protettive Ffp2, che con il caldo diventano però più dure da indossare per un intero turno di lavoro. Anche se a doverle tenere davanti a naso e bocca non saranno indistintamente tutti i lavoratori e gli esercenti di negozi, bar e ristoranti, ma soltanto coloro che nello svolgere la loro attività non riescano a mantenere la distanza di sicurezza. Oggi fissata a un metro, ma che con il ritorno di sempre più lavoratori all’attività in presenza potrebbe essere portata a due metri. Questo perché Omicron contagia non solo con il droplet, le goccioline che emettiamo da naso e bocca tossendo, starnutendo o magari solo parlando, ma anche attraverso l’aerosol, ossia le minuscole particelle che restano per molto tempo nell’aria con il semplice respirare. L’obbligo resterebbe anche per coloro che lavorano a diretto contatto con il pubblico, come baristi, camerieri, sportellisti senza protezione in vetro o plexiglas, ma anche i cuochi o chi comunque maneggi cibo e quant’altro entri poi a diretto contatto con clienti e utenti.

La decisione dovrebbe essere presa già oggi, quando i rappresentanti di imprese, sindacati e governo torneranno a riunirsi per decidere come aggiornare i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro privati, in scadenza il prossimo 30 giugno. Mentre nel settore pubblico fa sempre fede la circolare Brunetta di due mesi fa, che per i travet ha già trasformato l’obbligo in raccomandazione. Anche se da quel che risulta in molti ministeri, enti locali e aziende pubbliche i capi ufficio hanno continuato a chiedere agli impiegati di indossare gli strumenti di protezione. Un modo anche per proteggersi da sgradite ed esose richieste di risarcimento, visto che l’Inail già da tempo ha equiparato il contagio da Covid a infortunio sul lavoro. E lo stesso spauracchio induce alla prudenza i datori di lavoro privati, mentre i sindacati all’ultimo incontro della scorsa settimana sono apparsi divisi, con la Cgil favorevole alla linea dell’auto-responsabilizzazione e le altre sigle per mantenere invece un atteggiamento di maggior prudenza. Certo, anche senza obbligo i datori di lavoro potrebbe chiedere ai propri dipendenti di indossarla, ma senza il «cappello» del protocollo sottoscritto con il governo poco potrebbero davanti a un rifiuto. Anche perché la multa da 400 a mille euro è andata in pensione dal 1° maggio, allo scadere del precedente decreto sulle misure anti-Covid.

Che si vada verso una conferma delle Ffp2 nei luoghi di lavoro del settore privato lo confermano poi i numeri di ieri, con 48.456 contagi contro i 56.386 di sabato, ma rilevati con molti meno tamponi, tanto che il tasso di positività si è impennato di un nuovo 3,4% portandosi così al 25,3%, che è come dire un positivo ogni 4 test eseguiti. E che la curva dei contagi continui a salire lo conferma il confronto con i numeri di una settimana fa, quando di casi se ne erano contati ben 18mila in meno.

A decidere che estate passeremo è però soprattutto la curva dei ricoveri. Che sale in particolare nei reparti di medicina, dove in 10 giorni hanno finito per essere occupati da pazienti Covid 1.229 letti in più. Un aumento del 28,5% che al momento non desta preoccupazione, visto che ieri il tasso di occupazione dei letti era all’8,6%, ben distante dalla prima soglia d’allarme che è del 15%. Già superata però da tre Regioni: Calabria (con il 16,5%), Sicilia (19,5) e Umbria (19,3).

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Covid, contagiarsi di nuovo con Omicron 5 aumenta i rischi per la salute

sabato, Giugno 25th, 2022

Rimanere contagiati più di una volta aumenta il rischio per la propria salute. Il Covid non dà tregua al mondo e preoccupano  le reinfezioni da variante Omicron 5. Lo dicono i risultati delle ultime ricerche effettuate in tutto il mondo. E mentre in Italia il numero delle persone al secondo o terzo “giro” di Covid aumenta, preoccupano le conseguenze. 

Nancy Baxter dell’Università di Melbourne ha affermato che le prime ricerche, basate sul database del Dipartimento per gli affari dei veterani degli Stati Uniti, hanno dimostrato che contagiarsi di nuovo comporta rischi maggiori. La ricerca, che deve ancora essere sottoposta a revisione paritaria, mostra che mentre con il primo contagio ci sono alcuni benefici per l’immunità, la possibilità di effetti negativi sulla salute aumenta dopo ogni infezione successiva. 

I possibili rischi sono problemi di respirazione, affanno, disturbi di natura cardiaca, long covid e avere un rischio di morte più elevato di quello che ci si aspetterebbe. “Il che significa – spiega il professor Baxter – che più volte lo ottieni, più sarà aggiunto alla possibilità che a un certo punto avrai subito una conseguenza davvero negativa di avere COVID-19”.

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Covid, indifesi verso il picco di contagi

giovedì, Giugno 23rd, 2022

Paolo Russo

Ma torniamo all’oggi. Che siamo nel bel mezzo di una quarta ondata lo confermano i casi di ieri: altri 53.905, 22 mila in più rispetto a quelli di mercoledì della scorsa settimana. E aumentano gli italiani in isolamento domiciliare, arrivati a quota 619 mila, 50 mila in più in sole 48 ore. Il che vuol dire che di questo passo in una decina di giorni saremo con oltre un milione di persone in quarantena, con il rischio di mandare nuovamente in tilt i servizi essenziali. Come dimostrano già le difficoltà incontrare dalle scuole a mettere insieme le commissioni d’esame.

«Crescono i contagi ma i sintomi restano lievi», è andato ripetendo in questi giorni il partito degli ottimisti. Ma negli ultimi 10 giorni i letti occupati nei reparti ordinari sono 829 in più, quelli nelle terapie intensive 33, per un incremento percentuale rispettivamente del 19,7 e del 17%. Numeri destinati a salire nei prossimi giorni, quando nelle corsie inizierà a farsi sentire l’effetto ferie, che di solito dimezza il personale, rendendo inutilizzabile un letto su tre dei già pochi disponibili, secondo un’indagine dell’Ats, l’agenzia sanitaria milanese.

Potremmo evitare che fragili e over 80 finiscano in ospedale somministrando loro la quarta dose. Ma l’ha ricevuta solo il 20% di loro e nessuno sembra curarsene più di tanto, visto che le somministrazioni procedono al ritmo ultralento di circa duemila al giorno su una platea di oltre sei milioni ancora da immunizzare. Va appena meglio con i bambini tra i 5 e gli 11 anni, dove il 60% resta comunque senza vaccino. E così le vacanze con i nonni e gli abbracci post festività rischiano di diventare una nuova spinta ai contagi intra-familiari.

Un altro salvagente lo avremmo pure ed è l’antivirale Paxlovid, quello che con una manciata di pillole, prescrivibili anche dai medici di famiglia e acquistabili in farmacia, alza una barriera efficace all’85% contro il rischio di forme gravi di malattia. Ma anche questa ciambella è sgonfia. Secondo il rapporto dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, nell’ultimo mese infatti solo 2.210 contagiati con patologie o età che li espongono a rischio ricovero hanno potuto ritirare le pillole in farmacia, a fronte di circa 30 mila infezioni al giorno e delle 600 mila confezioni acquistate dall’Italia che rischiano tra l’altro di scadere e andare al macero. «La procedura attivata forse è ancora troppo complicata perché i medici di famiglia devono attenersi a un piano terapeutico. E poi non mi risulta che siano stati formati all’uso del farmaco, che ha molte interazioni negative con altre terapie», afferma Guido Rasi, ex numero uno dell’Ema e consulente dell’ex commissario Figliuolo. «Certo è che con questo numero di contagi mi sarei aspettato mille prescrizioni al giorno e non poco più di duemila in un mese», è la sua amara conclusione.

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Con Omicron si rischiano anche più casi di Long Covid: lo studio pubblicato su The Lancet

martedì, Giugno 21st, 2022

di Luigi Ripamonti

Lo indicano diversi studi e lo sottolinea un report elaborato dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Il professor Alberto Mantovani: «C’è ancora molto da capire di questa sindrome, ma cominciamo a metterne a fuoco alcuni meccanismi»

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(Getty Images)

Il Long Covid è un fenomeno destinato ad aumentare. Lo indica uno studio inglese pubblicato sulla rivista The Lancet che ne ha confrontato l’insorgenza dopo l’infezione acuta con le varianti Delta oppure Omicron del virus Sars-CoV-2. Chi è stato infettato con Delta ha una probabilità maggiore di andare incontro a Long Covid, ma Omicron è talmente più diffusa e contagiosa da far prevedere agli autori un notevole incremento della sindrome in termini assoluti. «L’analisi britannica conferma le nostre preoccupazioni, sia in termini di conseguenze individuali del Long Covid sia di ricadute sociali, e compare in coincidenza con un report sul tema appena elaborato dall’Accademia Nazionale dei Lincei», commenta il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e primo firmatario del documento, che è stato coordinato da Gianni Bussolati e al quale hanno contribuito Maria Concetta Morrone, Carlo Patrono, Gabriella Santoro, Stefano Schiaffino e Giuseppe Remuzzi.

La diffusione

«Del resto già nello studio tedesco Epiloc, il 20% delle persone (fra i 18 e i 25 anni) aveva riferito almeno una moderata compromissione del proprio stato di salute e della capacità lavorativa a distanza dall’infezione acuta — sottolinea Mantovani —. Altre stime inglesi parlano di disturbi nel 20% dei casi dopo 5 settimane e nel 10% dopo 3 mesi. Indagini cinesi hanno evocato problemi anche dopo 2 anni . I sintomi, a cominciare da dolori e spossatezza, sono di varia gravità e possono investire polmoni e bronchi, sistema nervoso, rene, intestino, senza dimenticare l’impatto sulle funzioni metaboliche. Uno degli impatti che è emerso con maggior forza più di recente è quello che insiste su cuore e vasi».

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Covid, Abrignani: «L’isolamento è stato utile. Il 40% dei vaccinati può infettarsi»

domenica, Giugno 19th, 2022

di Margherita De Bac

L’immunologo: «Attenzione, ma non allarme. La risalita dei casi non è rapida. La sottovariante Omicron BA 5 riesce ad aggirare il sistema immunitario»

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Professor Sergio Abrignani siamo alle solite, un’altra estate col magone? «I contagi sono in crescita eppure non vedo segnali di allarme eccessivo. Ora il virus è più contagioso ma meno aggressivo, i ricoveri in ospedale non salgono in proporzione ai casi di infezione. Attenti sì, non preoccupati», sdrammatizza l’immunologo dell’Università Statale di Milano.

I l virus ci ha sorpresi di nuovo? Ad aprile tutti scommettevamo sulla discesa dell’epidemia con l’arrivo del bel tempo e invece…
«In effetti sorprende che mentre in estate tutti i virus respiratori tendono a sparire questo è stato capace di un colpo di coda esprimendosi con un picco fuori stagione e con una sottovariante più trasmissibile, sebbene non di molto. Sta cercando la sua strada fra di noi».

Non di molto, lei dice? BA 5 viene considerata contagiosa quanto il morbillo con un infetto che ne contagia altri 15.
«A novembre, quando è comparsa Omicron, la risalita è stata più rapida. Adesso è sensibile però non impressionante, non esplosiva. Ricordiamoci che lo scorso inverno questa variante in poche settimane ha soppiantato Delta mentre oggi l’ascesa delle sottovarianti BA 4 e 5 è graduale».

Quali vantaggi ha dunque acquisito il nuovo virus?
«Ha a disposizione un bacino di persone suscettibili più ampio grazie alla capacità di aggirare le difese del sistema immunitario eretto dalla vaccinazione o da precedenti infezioni naturali. Il 40% dei vaccinati si può infettare e il 7% per la seconda volta, il doppio rispetto alle altre varianti».

Complice anche l’allentamento delle misure di prevenzione come la mascherina e il distanziamento?
«In tutta Europa le misure di contenimento sono state quasi completamente eliminate, l’Italia le ha mantenute più a lungo e non sarebbe stato accettabile dal punto di vista sociale prorogarle perché la vita normale deve riprendere. Non penso che torneremo indietro ripristinandole. Anche perché c’è la prospettiva concreta di avere un vaccino aggiornato in autunno, disegnato sulla variante Omicron, quindi più efficace rispetto a quello basato sul virus originario, di inizio pandemia. I dati preliminari già pubblici sono molto promettenti».

Saremo chiamati a ricevere la quarta dose?
«Non si tratta di quarta dose, ma di nuova vaccinazione. Come l’antinfluenzale. Ogni anno il virus dell’influenza cambia e dobbiamo cambiare vaccino».

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Covid in risalita, rischio ondata estiva

sabato, Giugno 18th, 2022

Antonio Caperna

Mentre si discute se togliere l’obbligo di isolamento dei positivi al Covid, in Italia si registra un aumento di incidenza con 310 contagi ogni centomila abitanti e un aumento dell’Rt a 0,83. Scende intanto il tasso di occupazione delle terapie intensive (al 1,9%) ma sale quello di occupazione delle aree mediche (al 6,7%). Sei le Regioni e province autonome a rischio alto, secondo i dati dell’Iss e ministero della Salute.

E mentre gli esperti si chiedono se sia l’inizio di un aumento stabile di casi, simile a quanto avvenuto in nazioni vicine, soprattutto legato alla presenza di Omicron BA.4 e BA.5, il bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute certificano 35.427 nuovi contagi da Coronavirus e altri 41 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 185.819 tamponi, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività al 19,1%. I ricoverati con sintomi sono 320, 17 in più, mentre le terapie intensive occupate sono 191 (una in meno). In questa situazione, con la mascherina consigliata in vari ambiti ma obbligatoria solamente in ospedale, Rsa, mezzi di trasporto tranne gli aerei, il dibattito si concentra sulla possibilità di dire addio all’isolamento dei positivi al Covid. Ricordiamo che si tratta di una separazione delle persone risultate positive infette e contagiose dalle altre, per prevenire la diffusione dell’infezione e la contaminazione degli ambienti, mentre per quarantena si intende la restrizione dei movimenti e la separazione di persone, che non sono ammalate ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa. «L’ideale sarebbe aspettare una discesa consolidata della curva dei casi; al momento ancora siamo in una fase incerta. Se cambiano le condizioni si potrà valutare magari sfruttando il caldo estivo, i positivi però dovranno uscire con mascherina», afferma un possibilista Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia al Campus Bio-Medico di Roma. Dubbiosa è la posizione di Franco Locatelli, presidente del Css, per il quale «se circolano liberamente soggetti infetti poi è ovvio che possono contribuire significativamente alla curva dei contagi. Il governo farà le valutazioni e prenderà poi le decisioni che ritiene più opportune». Più nette e contrarie sono le dichiarazioni degli altri esperti a cominciare da Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell’Università Statale di Milano: «Il trend mostra come ci sia un incremento ormai da 3 settimane.

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Covid, allarme per l’ultima variante di Omicron. E in Portogallo i casi già risalgono

lunedì, Giugno 6th, 2022

 Annunciata in Sudafrica e arrivata in sordina in Europa, la sottovariante BA.5 della Omicron potrebbe diventare una sorvegliata speciale: è alla sua presenza che si lega l’aumento repentino dei casi di Covid-19 in Portogallo, è la principale sospettata anche per un aumento dei casi in Germania e, a chiudere il cerchio, arrivano i primi dati secondo cui ha almeno due mutazioni che la rendono più contagiosa rispetto alle sue sorelle, ossia alle altre sottovarianti di Omicron che finora abbiamo imparato a conoscere, prima fra tutte la BA.2. Fa accezione la BA.4, nella quale sono state identificate le stesse mutazioni.

E’ questo il quadro generale che sta spingendo molti esperti a sospettare che la BA.4 e la BA.5 possano essere un segnale che il virus SarsCoV2 sta cambiando, al punto da provocare ondate periodiche. Il dibattito, al quale sta dedicando molto spazio la rivista Nature sul suo sito, al punto che alcuni esperti ritengono che le sottovarianti capaci di generare nuove ondate meritino un nome proprio, come finora è accaduto per le varianti, dall’Alfa alla Delta. “E’ davvero prematuro dire che il virus SarsCoV2 si stia indebolendo”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Bicocca di Milano.

I dati del ministero della Salute indicano per l’Italia un costante decremento di casi e ricoveri e una situazione dei decessi sostanzialmente stazionaria. In 24 ore i nuovi casi sono passati da 22.527 a 15.082, individuati per mezzo di 123.699 test, fra molecolari e antigenici rapidi, e un tasso di positività pari a 12,1%. I decessi sono stati 27, ossia 20 meno in un giorno. Per quanto riguarda i ricoveri, sono stabili a 218 nelle terapie intensive, con 18 ingressi giornalieri; nei reparti ordinari sono 4.411, ovvero 31 meno in un giorno. In Italia, come nel resto del mondo, Omicron è la variante del virus SarsCoV2 che domina in assoluto. Quanto alle due sottovarianti BA.4 e BA.5, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità riferiti al 3 maggio scorso indicavano che le sequenze rlevate corrispondevano rispettivamente allo 0,47% e 0,41% al totale delle sequenze del virus SarsCov2 ottenute in Italia.

Per quanto riguarda la circolazione della BA.5 in Europa, i dati dell’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA) relativi all’8 maggio scorso indicano che allora in Portogallo rappresentava il 18,47% del virus SarsCoV2 in circolazione (al 20 maggio era aumentata al 37%), contro le percentuali decisamente inferiori di Germania e Gran Bretagna (in entrambe 1,28%) e poi Francia (0,88) e Danimarca (0,41%).

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