Barca affondata nel lago Maggiore, i misteri degli 007 e l’ipotesi di spionaggio sui magnati russi

di Andrea Galli

Lo skipper legato ai servizi segreti. La tappa al ristorante stellato e la gita in abiti casual una possibile copertura dei 21 agenti. Le mogli degli oligarchi sulla sponda piemontese per l’apertura di hotel di lusso

I misteri degli 007 naufragati nel lago Maggiore. Una «zona calda» tra hotel di lusso e soldi di oligarchi russi

Nella mattinata di domenica, i 21 agenti segreti, donne e uomini sia italiani dell’Aise sia israeliani del Mossad scesi da una barca, una «casa galleggiante» immatricolata in Slovenia, e approdati sull’isola dei Pescatori, nel lago Maggiore, avevano abbigliamento casual: sneakers, jeans, magliette oppure polo. Vestiti compatibili con un pranzo, consumato nel ristorante stellato «Il Verbano», nell’ambito di una gita di fine missione, oppure indossati per simulare d’essere turisti e quindi una tattica parte integrante della missione stessa. Quale? L’isola era affollata, il locale anche, pur ricordando la capienza non esagerata e però la presenza di stanze per pernottare. In ogni modo un numero così alto di operativi forse si sposa a fatica con attività di intelligence. A meno che il ristorante non fosse una base di partenza per esplorazioni da infiltrati.

Nel gruppo c’era lo skipper, Claudio Carminati, indagato per la successiva strage (il ribaltamento dell’imbarcazione alle 19.20 a causa di una tempesta, forse una tromba d’aria, a cento metri dalle sponde varesine, quattro annegati): il 60enne è un prezioso e fidato contatto dei Servizi per la logistica, sicché la sua presenza non era affatto anomala. Alla pari, altrimenti non sarebbe stata aggregata, della moglie Anna Bozhkova, 50 anni, una delle vittime insieme agli agenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, 53 e 62 anni, e all’ex Mossad Shimoni Erez, anche’egli di 53 anni (ieri i suoi funerali con l’ordine dei vertici di enfatizzare mediaticamente la cerimonia). Anna, la quale godeva di un permesso di soggiorno a tempo illimitato e non sapeva nuotare, era russa. Pertanto funzionale a ipotetiche traduzioni.

Qui, sul litorale piemontese del lago, nell’area di Verbania, dove la scorsa settimana i Servizi si sarebbero mossi, da inizio anno sono aumentati in misura esponenziale gli arrivi di «pesanti» personaggi russi. Miliardari, anche della cerchia putiniana, focalizzati sulla riqualificazione e l’apertura di hotel. Strutture di 7 stelle (a Pallanza), non lontano dalla magnifica villa acquistata e rifatta con massicce spese da un altro russo d’improvviso sparito. Da un giorno all’altro. Dove sia, lo si ignora. Un secondo albergo, a Baveno, si porterà dietro la creazione di un gigantesco parco. 

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