L’estate dei lavoratori introvabili

PAOLO BARONI

ROMA. L’ultimo appello l’ha lanciato ieri «Chef Express», azienda leader nel settore della ristorazione, che solo in Italia è presente in 200 tra stazione ferroviarie, aeroporti e aree autostradali: ogni anno questa società del gruppo Cremonini assume circa 2.500 lavoratori stagionali, che si aggiungono ai 7.200 addetti stabili, e per ora ne mancano appello più della metà, circa 1.300.

Tra cuochi, pasticceri, personale di sala, baristi, addetti alla reception degli alberghi e quant’altro, secondo le stime di Confesercenti, quest’anno andranno reperiti almeno 100 mila addetti in più tra bar, ristoranti e alberghi. E più di una impresa su tre (36% secondo un sondaggio commissionato alla Swg) ha difficoltà a reperire personale.

«Tra aprile e agosto – spiega a sua volta il vicedirettore della Fipe Confcommercio, Luciano Sbraga – le imprese dei nostri settori (ristorazione, intrattenimento, stabilimenti balneari) devono assumere circa 170/180 mila persone. Per la metà di esse ci saranno difficoltà di reperimento. Questo non significa che non verranno trovate, ma certo non sarà facile».

Per Sbraga tra i profili più difficili da reperire al primo posto c’è il personale di sala, poi cuochi, barman e a seguire pasticceri/gelatieri. Secondo il presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio, Franco Gattinoni, «la carenza di personale nel settore turistico, sia nelle figure ad alta che bassa professionalizzazione, rischia di colpire l’incoming proprio nel momento in cui ci fanno sperare in un’estate di grande ripartenza. Mancano ad esempio 7 mila autisti di bus turistici, per la scarsa disponibilità di persone con patente e competenze adeguate. E poi si registra un gravissima penuria di guide turistiche nazionali, visto che non si fanno da troppo tempo esami di abilitazione, in attesa da 10 anni di nuove norme».

Quest’anno è atteso un vero e proprio boom del turismo con un numero di presenze che secondo delle previsioni dovrebbe superare il livello pre-Covid oltre quota 500 milioni. Secondo Confcommercio, per questa ragione, il settore dei servizi avrebbe bisogno di assumere 280 mila nuovi lavoratori. Le stime ufficiali elaborate da Unioncamere e Anpal parlano di 107 mila domande di lavoro solo nel mese di maggio da parte delle imprese del turismo e 398 mila entro luglio, ovvero 10.840 in più dell’anno passato. Limitandosi alle sole professioni qualificate tra esercenti e addetti alle attività di ristorazione servirebbero 83.030 entrate, ma per metà (49,8%) queste figure risultano di difficile reperimento.

A frenare il lavoro nel settore del turismo, segnala Confesercenti, in base al campione sondato da Swg ci sono innanzitutto la mancanza di candidati con adeguata preparazione (46%) e la carenza di candidati (28%). Un altro 19% delle imprese che lamentano difficoltà di reperimento del personale lo spiegano col fatto che i candidati selezionati non hanno giudicato soddisfacente l’accordo economico che veniva loro proposto.

L’offerta limitata di lavoratori viene spiegata col fatto che la stagionalità viene vista come un fattore di precarietà (61% delle risposte). Ma, soprattutto sui giovani, pesa l’impegno nei giorni festivi e prefestivi (60%) e l’idea che nel commercio e nel turismo ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica (55%).

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