Kissinger compie 100 anni. Ucraina e Cina, cosa ne pensa oggi lo stratega Usa

Henry Kissinger, storico segretario di Stato americano e deus ex machina della politica Usa dagli Anni Settanta e per quasi mezzo secolo, oggi è alla vigilia dei 100 anni. Il traguardo lo taglierà domani, 27 maggio, ma nonostante l’età avanzata continua a lavorare quindici ore al giorno. E non ha fatto mancare il suo punto di vista sugli scenari geopolitici odierni. Sulla guerra in Ucraina, ad esempio, Kissinger ha le idee chiare sul ruolo decisivo che giocherà Pechino: «Ora che la Cina è entrata nei negoziati ne verremo a capo, penso entro la fine dell’anno – ha detto in un’intervista a Cbsnews – parleremo di un processo negoziale e persino di veri e propri negoziati».
Della Cina, del resto, Kissinger è un estremo conoscitore. Fu proprio lui l’architetto del vertice tra il presidente Usa Richard Nixon e Mao Tse Dong, a capo della Repubblica popolare cinese, dando il via dopo oltre vent’anni di gelo alla “normalizzazione” nei rapporti tra Washington e Pechino. Ma l’incontro fu anche l’inizio, per la Cina, del cammino che l’ha condotta a diventare un player internazionale chiave e una potenza globale. Quel vertice, peraltro, avvenne nel 1972: lo stesso anno dell’indimenticabile intervista rilasciata a Oriana Fallaci. Anni dopo Kissinger se ne pentì, definendola “la cosa più stupida che abbia fatto nella mia vita”.
La lunga carriera dell’ex segretario di Stato americano culmina, nel 1973, con il premio Nobel per la Pace che gli fu conferito per il negoziato di Parigi e per la fine della guerra in Vietnam. Un’assegnazione che venne contestata da molti, ma esaurito il suo ruolo di governo, il politico ha continuato a influenzare gli affari mondiali come consulente, autore prolifico e negoziatore in trattative di pace in varie parti del mondo.

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