Idrovore anche dall’estero: la corsa per liberare i paesi dell’Emilia-Romagna dall’acqua stagnante

Le vaccinazioni

La situazione più grave resta comunque a Conselice. Anche ieri c’è stato un ulteriore, leggero, abbassamento dell’acqua melmosa. A disposizione fino a 100 idrovore arrivate anche da Slovenia e Francia. Ma il problema non è solo pompare l’acqua, ma anche dove buttarla. «Il canale Destro Reno non ne può ricevere molta in poco tempo», dicono dallo staff della sindaca Paola Pula. Si rischia di allagare altre zone del paese o i paesi vicini. Anche su questo comanda l’orografia. Ravenna si sta liberando più in fretta non solo per l’azione delle idrovore, ma anche perché è a 5 chilometri dalla costa, mentre Conselice è a 20. E dunque la palude si deve necessariamente svuotare con gradualità. Sempre che non piova, visto che per oggi permane l’allerta rossa. A questi ritmi ci potrebbe volere una settimana . Possibile continuare a lasciare in casa centinaia di persone, compresi anziani non autosufficienti? Di fronte alla temuta bomba sanitaria forse non basta solo la campagna di vaccinazione contro il tetano che comincia oggi in paese. «I cittadini non sono criminali e non possiamo portarli via con la forza, mandando l’esercito», obietta il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa. E così la situazione resta difficile. Nella melma galleggiano ratti, carcasse di animali e residui di idrocarburi. Oltre alle famiglie barricate in casa ci sono anche quelle che stanno rientrando. La signora Alina Tromboli è tornata due giorni fa con la mamma di 94 anni. «Non ce la facevamo più a stare lontani da casa». Lei si è attrezzata bene. Indossa sempre guanti e stivali quando scende al pian terreno e ha piazzato il gommone nel garage allagato «per andare a fare la spesa».

CORRIERE.IT

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