Pensione anticipata, come lasciare il lavoro nel 2023 (e non solo con Quota 103)

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Quota 41 è ancora lontana

Quota 103 è la via anticipata dal lavoro introdotta dal governo Meloni con l’ultima Legge di Bilancio e che fino al 31 dicembre di quest’anno consente il pre-pensionamento con 62 anni d’età e 41 di contribuzione, dunque con un anticipo del requisito anagrafico di ben 5 anni. L’obiettivo del governo era di mandare in pensione questo strumento alla fine del 2023, ma il confronto tra governo e parti sociali sulla riforma previdenziale langue e Quota 41, l’obiettivo di legislatura e cavallo di battaglia della Lega, sembra allontanarsi all’orizzonte e l’ipotesi di prorogare Quota 103 anche per il 2024 diventa sempre più concreta.
Al di là delle promesse elettorali, il problema, come sempre, è dato dalla copertura finanziaria. Quota 41, con cui si direbbe addio al lavoro con 41 anni di contributi e a prescindere dall’età, premierebbe i cosiddetti “lavoratori precoci”, ma secondo le stime dell’Inps costerebbe alle casse dello Stato più di 4 miliardi nel primo anno di attivazione, per salire fino a 75 miliardi nei dieci anni successivi. Troppi, anche per una buona parte della maggioranza.

La decisione in autunno

Il governo prenderà una decisione probabilmente con la prossima manovra, in autunno, e come detto, tra le ipotesi in campo, c’è dunque anche la proroga di un anno di Quota 103, come canale garantito per accedere alla pensione prima della soglia di vecchiaia (l’ultimo monitoraggio di Inps ha rivelato che più di 3 trattamenti su 10 sono assegni anticipati o prepensionamenti), in aggiunta a Ape sociale, Opzione donna e agli altri strumenti di prepensionamento previsti collegati alla «Fornero».
Vediamo allora come andare in pensione anticipata in attesa che la riforma veda la luce.

Quota 100

Ogni nuova «quota» ha mandato in soffitta quella precedente, ma non necessariamente i suoi effetti. Quota 100, introdotta con il decreto legge 4/2019 e in essere fino al 2021, è una pensione anticipata «mista» formata col sistema delle quote, ovvero della somma fra contributi ed età anagrafica. Scalzata da Quota 102, continua a essere valida, a condizione che il soggetto abbia comunque i requisiti richiesti, ovvero aver maturato entro il 31 dicembre 2021 un’età anagrafica di 62 anni e una contribuzione di 38 anni. Tali contributi possono essere sommati fra tutti quelli delle Gestioni Inps, ma non con quelli delle casse professionali.Questa pensione non prevede alcuna penalizzazione nel suo calcolo, ma attiva un divieto di cumulo reddituale, non previsto per le altre forme di pensionamento, per qualsiasi reddito di lavoro (fatta eccezione per 5.000 euro lordi annui di lavoro autonomo occasionale) fino all’età della pensione di vecchiaia.

Quota 102

Quota 102 è stata introdotta dal primo gennaio 2022, permettendo di accedere alla pensione anticipata con 64 anni di età e 38 di contributi. Si tratta di una soluzione individuata dal governo Draghi, con una sperimentazione annuale, per superare i tre anni di Quota 100, misura di bandiera della Lega ai tempi del governo giallo-verde. Quota 102 è scaduta alla fine dell’anno scorso, ma come nel caso di Quota 100, anche questo strumento resta valido nei prossimi anni purché si siano raggiunti età e contributi di cui sopra entro il 2022.

Le finestre di Quota 100 e Quota 102

Occorre ricordare che, sia per Quota 100 che per Quota 102, la pensione è soggetta alla cosiddetta «finestra» di attesa. Ossia la decorrenza di tre mesi dal raggiungimento dei requisiti, mesi che diventano 6 per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Ma se la domanda di pensione viene presentata molto tempo dopo il raggiungimento dei requisiti, la finestra di attesa non deve essere rispettata.

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