Inflazione, mutui, tasse: per le famiglie italiane è allarme debiti

Gli occhi sono puntati sulle famiglie italiane. Che, da decenni, hanno un debito privato assai inferiore alla media europea. Il Fmi è preoccupato che il prossimo biennio possa creare un circolo vizioso. «La crescita inferiore e gli oneri finanziari più elevati hanno aumentato i rapporti del debito pubblico in diverse economie. Laddove il debito è insostenibile, l’attuazione anticipata della ristrutturazione o del riprofilamento come parte di un pacchetto di riforme (compreso il consolidamento fiscale e le riforme dal lato dell’offerta che stimolano la crescita) può evitare la necessità di aggiustamenti più dirompenti in seguito», fa notare il Fmi. Da qui, il possibile stress delle famiglie, in caso di coperta corta. Vale a dire, i governi che hanno pochi margini per incentivi, sussidi e aiuti, come quello italiano. «Le misure temporanee e di ampia portata stanno diventando sempre più costose e dovrebbero essere ritirate e sostituite da approcci mirati», dice il rapporto del Fmi.

Per i Paesi con meno spazio fiscale, come Roma, la proposta di Washington è precisa. Se da un lato si suggeriscono «reti di sicurezza sociale come trasferimenti di denaro secondo le classi di reddito» o «basate sul consumo energetico passato», strumento proposto anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dall’altro si ipotizza un controbilanciamento. Come? Con «tasse di solidarietà una tantum per i maggiori percettori di reddito». Ove opportuno, si sottolinea. Ma il punto, di fronte a uno scenario di progressiva difficoltà prolungata, è la sostenibilità di lungo periodo. Vero è che, come sottolineato da Fmi, il risparmio italiano è significativo. Ma contare solo su quello può essere un rischio, economico e sociale, troppo elevato.

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