Tangenti, l’architetto che ha detto no a un milione di euro e ha denunciato i corrotti

L’appuntamento

Non sapendo che fare, prende tempo. Pochi giorni dopo, però, Pajaro lo convoca: il sindaco vuole parlargli. L’appuntamento è per il mattino successivo, in una caffetteria di Santa Maria di Sala. «Avendo maturato la consapevolezza che qualcosa di strano stava per accadere, visto anche il luogo dell’incontro, ho deciso di presentarmi con un registratore nel mio marsupio». È la svolta: l’architetto registra tutto e consegna il nastro ai carabinieri. «Fragomeni mi ribadiva l’offerta della nuova ditta: un milione e 200mila euro, di cui 100mila dovevo riceverli in nero per poi versarli nelle mani di Pajaro, che sapeva che “tragitto fargli fare”». Eccola, la mazzetta. E in caso di rifiuto può pure dire addio al via libera preventivo chiesto al Comune: «Durante l’incontro si faceva chiaro riferimento che, senza il “loro assenso” il terreno avrebbe avuto un valore inferiore». Era lampante: «Per vendere il terreno non avevo altre vie se non quella di cederlo all’imprenditore indicatomi dal Comune». È con le spalle al muro. Eppure quest’uomo non ci pensa un attimo e nel pomeriggio si presenta in caserma per denunciare tutti. Ora sono scattati gli arresti. E chissà se, a distanza di cinque anni dalla sua richiesta, quel parere preventivo gli mai arrivato.

CORRIERE.IT

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