Boom di sbarchi ma la Svezia dice no ai ricollocamenti. Il piano Piantedosi

L’ondata di sbarchi nei primi nove giorni di gennaio è senza precedenti: 3.673 arrivi, secondo i dati del Viminale, dieci volte tanto lo stesso periodo del 2022

Fausto Biloslavo

L’ondata di sbarchi nei primi nove giorni di gennaio è senza precedenti: 3.673 arrivi, secondo i dati del Viminale, dieci volte tanto lo stesso periodo del 2022. In un solo giorno, il 3 gennaio, sono sbarcati 1.194 migranti. Di fronte a questa nuova ondata la presidenza svedese dell’Unione europea fa spallucce ribadendo che «da parte nostra non prenderemo alcuna iniziativa sulla questione ricollocamenti». In pratica l’Italia rischia di rimanere da sola ad affrontare l’ondata, che arriva in tutte le maniere.

Nella notte fra domenica e lunedì è stato registrato il primo sbarco dell’anno a Crotone: 62 persone soccorse al largo di Isola Capo Rizzuto da una motovedetta della Guardia di Finanza. Tutti a bordo di un veliero partito dalle coste turche lungo la rotta del Mediterraneo orientale, la più costosa fra gli 8mila e 10mila euro.

I trafficanti con meno scrupoli sono quelli tunisini, che soprattutto da Sfax imbarcano gli africani su barchini di ferro saldati con delle lamiere, che navigano per miracolo. Dalle foto scattate dalla Guardia costiera si nota che hanno come salvagente le camere d’aria nere dei pneumatici. Costo minimo, sui 1500 euro, e rischio massimo. I tunisini, al contrario e anche altri arabi viaggiano su barchini in legno più sicuri e talvolta con veri salvagenti. Il costo per la breve traversata, ma Vip, può arrivare fino a 3mila euro.

Dalla Tripolitania partono i lunghi gommoni grigi, che vengono caricati anche con un centinaio di migranti. Il prezzo minimo e meno sicuro, senza salvagente, è di 1800 dollari. Nell’altra Libia, la Cirenaica, i trafficanti fanno salpare i grossi pescherecci in disuso, che imbarcano dalle 400 alle 500 persone alla volta. I siriani arrivano in aereo a Bengasi con una specie di visto delle autorità del generale Haftar. Gli egiziani passano il confine via terra. Entrambi pagano fino a 8mila o 10mila dollari per tutto il viaggio fino allo sbarco in Italia.

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