Ecco la Quarta guerra mondiale: l’Ucraina è la prima linea europea

Domenico Quirico

Sì, è proprio una reazione simile a quella di un ramo piegato e improvvisamente slegato. Il ramo riprende la posizione con tanta maggiore violenza quanta è stata la forza con cui è stato ritorto. Negli anni Novanta del Novecento la Terza guerra mondiale finì con la auto dissoluzione dell’Unione sovietica. Il grande nemico su cui poggiava l’equilibrio del sistema globale del secondo dopoguerra sparì in un modo inedito e apparentemente irrazionale, per implosione e non per sconfitta sul campo. C’era proficuo spazio per il millenarismo del trionfo dell’Occidente, o meglio degli Stati Uniti, e la fine di ogni possibile matassa ingarbugliata di Storia. Dopo trent’anni con la Quarta guerra mondiale in corso, di cui ci si avvicina l’anniversario del primo anno, il ramo torna violentemente al suo posto.

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Evitiamo il solito catechismo di bugie sull’ampiezza limitata del conflitto. Gli ucraini sono soltanto la prima linea europea e ne sopportano le tragiche conseguenze. Ma la presenza anglo americana sul terreno si accresce in battaglie ormai telecomandate. Si combatte più silenziosamente negli Stati proletari del terzo mondo, Africa, Vicino oriente, secondo lo scenario della competizione tra i blocchi per le zone grigie, un classico che fu della Guerra Fredda. In attesa che la Cina, sempre cauta, apra i suoi fronti. Si torna alla contrapposizione frontale, guerresca, economica, direi umana, tra due schieramenti globali fondati su immaginari accuratamente cesellati dalla propaganda delle due parti come portatori del Bene e del Male assoluti. Qualcosa di primitivo che sembrava appartenere semmai alle guerre di religione e di cui si è fatta la prova nella fase più brutale della guerra al terrorismo.

Da una parte l’Occidente capitalistico liberale, saldamente tenuto in pugno da Washington senza cui Europa e satelliti asiatici sarebbero sguarniti dell’unica cosa che conta, la forza militare come avvenne contro l’Urss staliniana. Dall’altra l’Eurasia russo cinese con le insegne del capitalismo autocratico; che riprende la sfida alla superpotenza americana dal punto in cui l’aveva interrotta negli anni Novanta del secolo scorso. Primo assalto portato a riguadagnare quella che era la fascia di sicurezza, l’impero interno con Ucraina e Taiwan.

La Russia, a cui è sempre stato riconosciuta, anche nella Terza guerra mondiale, la caratteristica di potenza europea, questa volta, tagliata fuori dall’ Europa centrale dalla avanzata della Nato, deve volgersi alla componente asiatica: per necessità o per scelta. Perché quella immensa parte del suo impero, per risorse, territorio e vicinanza alla alleata ormai indispensabile, è più ampia e ricca.

Che guerra è questa, la quarta con scenario mondiale? Se Lenin fosse a Zurigo a scrutare come nel 1915 l’Europa in fiamme, sarebbe soddisfatto. Potrebbe riscrivere, con qualche marginale aggiornamento, il saggio L’imperialismo, fase suprema del capitalismo. Altro che geografia politica arcaica!

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