Il piano della Ue sul gas: 19 gradi negli uffici pubblici, incentivi e patto tra Stati. Ma c’è già il no di Orbán

di Francesca Basso

Le linee guida che la Commissione presenterà la prossima settimana Gazprom non garantisce il funzionamento del Nord Stream 1 dal 22 luglio

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES — Mentre Budapest annuncia che vieterà da agosto l’export di energia per garantire all’Ungheria la quantità necessaria per l’inverno, dichiarando lo stato di «emergenza», la Commissione Ue si appresta a presentare mercoledì prossimo un piano per affrontare l’eventuale riduzione o taglio delle forniture di gas all’Ue da parte della Russia: «Agendo ora — scrive la Commissione — si potrebbe ridurre di un terzo l’impatto di un’improvvisa interruzione dell’approvvigionamento».

È un piano basato principalmente sulla «solidarietà» tra gli Stati membri per una reazione «coordinata», che presuppone anche una «cooperazione transfrontaliera» per definire criteri di priorità ottimali «in modo da ridurre gli effetti a cascata attraverso le frontiere e il mercato interno dell’Ue». Ma Budapest ha già rotto lo schema, con una mossa che ricorda il divieto di export delle mascherine deciso all’inizio della pandemia da alcuni Stati membri. I ministri Ue dell’Energia discuteranno il piano nel consiglio straordinario del 26 luglio.

Nella bozza della Comunicazione «Risparmiare gas per un inverno senza rischi» e nell’Annesso, visionati dal Corriere , la Commissione spiega che «nello spirito della solidarietà e della cooperazione europea, dobbiamo garantire che il gas fluisca dove è più necessario, proteggendo sia i nostri utenti domestici che i nostri posti di lavoro e l’economia nel suo complesso». Bruxelles invita a un «risparmio coordinato della domanda», che «potrebbe limitare l’impatto negativo sul Pil» (questa mattina la Commissione presenta le nuove stime di crescita e inflazione). Nell’Annex, suscettibile ancora di essere modificato trattandosi di una bozza, sono indicate le linee da seguire. Sono stati individuati tre stadi nella crisi del gas.

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Risposte volontarie

Dodici Paesi Ue stanno già vivendo un taglio parziale o totale delle forniture di gas russo . Da maggio siamo già in una «fase di allerta». Gli Stati membri hanno portato avanti misure per una riduzione volontaria della domanda, attraverso campagne informative rivolte a famiglie e aziende, incoraggiando a ridurre l’uso di riscaldamento e condizionatori. Alle autorità è stato chiesto di modificare la temperatura negli edifici pubblici, ad eccezione delle case di cura e degli ospedali. Le industrie sono state invitate a cambiare combustibile, quando possibile.

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