Dal cuneo fiscale alla stretta contro il precariato: è pressing dei sindacati sul governo

PAOLO BARONi

ROMA. I sindacati, che «finalmente» dopo mesi di black out domani alle 11 salgono a palazzo Chigi per incontrare Draghi, dal premier si aspettano «risposte chiare e immediate» sull’emergenza che da mesi stanno vivendo le famiglie italiane: chiedono infatti che vengano subito messe a terra nuove misure per contrastare l’impennata dell’inflazione ed il crollo verticale del potere d’acquisto di salari e pensioni e sostenere l’economia. «Vediamo cosa ci dirà Draghi – spiega il segretario della Cgil, Maurizio Landini -. Ma non abbiamo segnali che abbiano pronto un piano per affrontare l’emergenza d’autunno che sarà drammatica. Vi dico solo un dato: nel primo semestre 2019 le imprese energivore italiane spendevano 9 miliardi per le forniture di luce e gas, nel primo semestre 2022 ne spendono 60. Come può reggere l’economia italiana in queste condizioni?».

In cima alle richieste di Cgil, Cisl e Uil c’è innanzitutto quella di tagliare il cuneo fiscale, con l’accortezza però di non ridurre i contributi previdenziali per evitare di penalizzare poi le pensioni e, soprattutto, riservando tutti i benefici ai lavoratori, perché le imprese in questi due anni hanno già avuto. E poi c’è il nodo dei contratti, con la richiesta di procedere coi rinnovi sia nel pubblico sia nel privato, cambiando però meccanismo di calcolo per tener conto dell’inflazione reale arrivata ormai all’8% anziché di quella depurata dai costi dell’energia importata.

Terzo punto, il lavoro povero, una piaga che interessa milioni di persone in Italia. Per Cgil, Cisl e Uil va affrontata in due modi: dando valore generale ai minimi salariali previsti dai contratti più importanti nei vari settori, come propone del resto anche il ministro Orlando, col corredo di una legge sulla rappresentanza; e poi cancellando i tanti contratti precari, con un intervento «alla spagnola» come ha suggerito il segretario generale della Uil Bombardieri. «Bisogna cambiare le leggi sbagliate che sono state fatte. E’ il momento di istituire un unico contratto di inserimento al lavoro finalizzato alla stabilità» ha chiesto la settimana scorsa Landini.

Per favorire i rinnovi dei contratti i sindacati rilanciano anche la richiesta di detassare gli aumenti contrattuali legati alla produttività. Chiederanno poi di continuare a sostenere le famiglie alle prese con caro energia, ma anche di correggere l’attuale meccanismo del bonus da 200 euro che viene erogato questo mese, perché così come è stato concepito esclude le fasce più precarie e più povere del mondo del lavoro, migliaia di braccianti agricoli, i precari dello spettacolo e quelli della scuola, e poi stagisti, tirocinanti, lavoratori domestici, cococo, intermittenti e tanti altri.

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