Filippo Anelli: “Rimettiamo la mascherina e quarta dose agli over 60”

Concertoni come quello dei Måneskin li vieterebbe?

«Quello penso sia oramai impossibile chiederlo, ma almeno proteggersi con la Ffp2 sì, perché così assembrati ci sono altissime possibilità di contagio. Che poi i ragazzi trasmettono a genitori e nonni».

Lei dice di proteggere i fragili ma poi si prescrivono pochi antivirali e monoclonali. Come mai?

«Per l’antivirale Paxlovid c’è da compilare un piano terapeutico che rappresenta un inutile aggravio burocratico a carico dei medici di famiglia, che la responsabilità se la assumono quando firmano la prescrizione. Bisognava anche fare di più sulla loro formazione. Riguardo il monoclonale Evusheld, autorizzato a scopo preventivo e che va fatto endovena negli ospedali, semplificherei le cose aprendo sul territorio degli ambulatori dedicati».

In autunno teme un peggioramento delle cose?

«Sicuramente non miglioreranno. Soprattutto se prenderà piede la nuova mutazione Ba.2.75 che sembra 5 volte più contagiosa di Omicron 5. E poi non c’è traccia del piano di areazione nelle scuole, nonostante esistano macchine efficaci per il ricambio di aria. Invece mi sa che torneremo alle finestre aperte con il freddo».

I vaccini aggiornati saranno di aiuto?

«Speriamo proprio di sì. Se ce ne fossero dosi a sufficienza io li somministrerei a tutti, partendo da over 65, sanitari e lavoratori dei servizi essenziali. Poi non farei più distinzioni».

LA STAMPA

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