Il clima che cambia le vette: perso il 30% del volume del ghiacciaio in 10 anni

di Massimo Sideri

Gli esperti: «Stanno accadendo gli stessi identici fenomeni al Polo Sud e sulla costa della Groenlandia: si fonde la base e il fiume sottostante fa scivolare il ghiaccio sopra che, cadendo, si spezza. Siamo ormai arrivati al punto di collasso»

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I ghiacciai non si piegano. Al limite fuggono. Ma sappiamo che si spezzano. E il loro soprannome ricorda la loro natura ostile: sono stati battezzati dagli scienziati del clima il «terzo Polo» del mondo. Ma a differenza dei due fratelli maggiori, l’Artide e l’Antartide, si tratta di un polo parcellizzato in milioni di montagne sparse fra tutte le terre emerse. Una rete neurale, quasi una specie aliena, capace di raccontarci il mondo di milioni di anni fa, a saperli ascoltare nel loro silenzio. Cosa ci stanno dicendo? È questa la domanda del giorno dopo. Da quando domenica a spezzarsi è stata la Marmolada, come per le trombe d’aria e i terremoti, è difficile non chiederselo: la scienza poteva prevederlo in qualche maniera? La tragedia è una figlia non voluta del cambiamento climatico?

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Così è cambiato il ghiacciaio della Marmolada dal 1910 al 2021

Le domande poste dalla tragedia

«Sappiamo per certo che i ghiacciai sono sistemi molto delicati e che hanno già iniziato a risentire del cambiamento climatico», spiega Luisa Cristini, Climate scientist che ha lavorato alle Hawaii, in Portogallo e che ora co-dirige i progetti di ricerca dell’Alfred Wegener Institute in Germania, il più importante centro studi sulle scienze polari in Europa. «È sempre difficile cercare un nesso di causa-effetto tra il singolo episodio e il riscaldamento globale. Però abbiamo imparato che i ghiacciai montani e dei poli sono sistemi che cambiano rapidamente, in pochi anni».

I numeri del cambiamento

Vette, seracchi e valli scolpite da antichi ghiacciai sono oggi forse il campanello di allarme più importante che abbiamo, proprio perché come i diamanti possono essere durissimi e allo stesso tempo molto fragili. E non sono per sempre come pensiamo. «I ghiacciai sono essenzialmente delle variabili indirette del clima, perché sono molto sensibili all’ambiente» si legge nello studio pubblicato nel 2019 su «Remote Sensing of Environment» da Università di Trieste, Cnr-Ismar, Aberystwyth University, Università di Genova e Arpav proprio sulla «recente evoluzione del ghiacciaio della Marmolada». I numeri non lasciano debiti alla conoscenza: l’area del ghiacciaio era passata da 1.402.000 metri quadrati del 2004 a 1.097.000 metri quadrati del 2014: -22% in un solo decennio. Il volume del ghiaccio nello stesso periodo aveva perso il 30% (da 25,2 milioni di metri cubi a 17,5).

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