Concessioni balneari, da Casanova a Santanchè il partito trasversale dei «bagnini»

di Giuseppe Alberto Falci

Massimo Mallegni (Forza Italia): al governo chiedo di più. Umberto Buratti (Pd) non tutte le concessioni marittime sono uguali

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Da sinistra, Massimo Casanova, Daniela Santanchè e Massimo Mallegni

Ogni partito (o quasi) ha il suo ombrellone. E infatti Massimo Mallegni ci scherza su: «Sono aggrappato all’ombrellone della Bolkestein». Il senatore di Forza Italia, già sindaco di Marina Pietrasanta, è titolare di un albergo a 4 stelle. Il padre invece gestisce uno stabilimento balneare. Ed è forse per tale ragione se l’emendamento del governo al disegno di legge sulla concorrenza che per la prima volta liberalizza il settore degli stabilimenti balneari, mettendo a gara pubblica le concessioni, gli fa dire che quello che è stato fin qui «non è stato affatto un privilegio». «È la solita vecchia storia folle di chi non arriva all’uva e dice che è acerba. È l’invidia sociale. Stiamo parlando di persone che hanno investito tutta la loro vita in quel pezzo di spiaggia. Che vivono non nelle ville di lusso ma nella casa di guardianaggio». Così, nelle ore in cui il governo ha discusso e votato all’unanimità la norma, Mallegni è stato incollato al telefono con la delegazione ministeriale di Forza Italia: «La mattina ho detto a Mariastella Gelmini: “Segui attentamente la questione”. Il provvedimento iniziale non era votabile. Poi sono stati apportati degli aggiustamenti». Sufficienti? «Se fossi stato io al governo avrei fatto altri cambiamenti. Adesso la sede deputata è il Parlamento. Il testo del Consiglio dei ministri è solo una traccia…», avverte sempre Mallegni che aggiunge di ricaricare continuamente la batteria del telefono per le molteplici chiamate che riceve da Marina di Pietrasanta.

Una cosa non dissimile sarà successa ad Elena Raffaelli, deputata della Lega, riminese. Raffaelli ha interessi nel settore, essendo socia di Bagno 88 e Bagno 87 a Riccione. Eppure resta silente: «Al momento non rilascio dichiarazioni». Sempre in casa Lega, avrà seguito la vicenda l’europarlamentare Massimo Casanova, titolare del Papeete di Milano Marittima, location vacanziera anche di Matteo Salvini. Ecco poi il democrat Umberto Buratti, già sindaco di Forte dei Marmi, che fino a qualche mese fa possedeva le quote del Bagno Impero: «Sicuramente voterò il provvedimento, ma vorrei aggiungere che sul demanio marittimo non ci sono gli stabilimenti balneari.

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