Sospesi i programmi di Del Debbio e Giordano su Rete 4: Berlusconi ferma i talk sovranisti

Piersilvio tentò di cambiare linea: basta programmai urlati, rimpiazzati da conduttori più moderati e persino progressisti. I cattivi ascolti hanno convinto le reti Mediaset a tornare indietro, lasciando però i dubbi della famiglia su quei toni, che peraltro, male si conciliano con il nuovo corso ecumenico del berlusconismo.
La coincidenza tra la sospensione e la corsa per il Quirinale viene notata da tutti, ma non è confermata ufficialmente. Anzi, Del Debbio racconta che non è arrivato alcuna comunicazione dall’azienda, «fermare il programma durante le feste è normale, se non dovesse andare in onda per un mese e mezzo però sarebbe una cosa innaturale, vediamo cosa mi dicono. Io non occhieggio ai No Vax. Io faccio un dibattito, e per farlo bisogna esser in due, non si può fare un talk show con una sola voce. Se non vogliono che faccia così lo fa un altro, ci sono tanti conduttori in Italia» . Il conduttore toscano non crede di essere un ostacolo per il sogno del Colle, «non vedo cosa c’entri la mia trasmissione con l’elezione del presidente della Repubblica. Dopodiché io non conosco gli “arcana imperii” , quei segreti mi sfuggono», dice al telefono. Ma chi conosce bene le dinamiche del Biscione non si sorprende: «Nei momenti decisivi l’azienda evita di mettere in imbarazzo il presidente, è sempre stato così», dice uno dei vertici. Per Mario Giordano il martedì è un giorno impegnativo, va in onda Fuori dal coro e così, pur con molto garbo, evita di commentare, «per ora». C’è chi protesta: «Il coro deve essere a una voce», dice amaro Claudio Borghi, deputato leghista, nemico della strategia del governo contro la pandemia, «avere un minimo di pluralismo era positivo – aggiunge Borghi –. Sarebbe bello se la Rai a questo punto presentasse un programma “alternativo” ». Sui social vicini agli oppositori della strategia vaccinale piovono accuse e si elencano le presunte censure contro chi dissente dalla linea del governo, l’appello di Mario Monti a una limitazione della libertà d’informazione in tema sanitario, o a quello del giornalista Beppe Servegnini che ha chiesto ai virologi di discutere le loro tesi sui vaccini a bambini nei congressi e non in prima serata tv. Berlusconi tace e acconsente.

LA STAMPA

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