Sovranismi: farfalle & virus Perché un muro non ci salverà

di   Antonio Polito |

Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?». È il celebre titolo di una conferenza tenuta dal matematico Edward Lorenz negli anni ‘70. Se avessimo tutti studiato la teoria del caos, come il nostro premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, sapremmo rispondere di sì, e spiegare anche il perché. Ma se invece fossimo degli ignoranti che a scuola hanno studiato solo le guerre puniche,
potremmo aiutarci con un’antica filastrocca popolare inglese che dice praticamente
la stessa cosa.

Dice la filastrocca: «Per colpa di un chiodo si perse lo zoccolo/ Per colpa di uno zoccolo si perse il cavallo/ Per colpa di un cavallo si perse il cavaliere/ Per colpa di un cavaliere si perse la battaglia/ Per colpa di una battaglia si perse il regno/ Tutto per colpa di un chiodo!». Se vogliamo esercitare la nostra mente a comprendere un concetto che non è sempre intuitivo, ovvero l’interdipendenza di tutti i fenomeni fisici, dal più piccolo al più grande, potremmo anche pensare alla variante sudafricana del Covid. Mentre infatti noi discutevamo accanitamente su grandi questioni di principi, tipo se esentare dal «super green pass» le regioni in zona bianca o se richiedere il tampone su bus e metrò, qualche minuscolo errore di copiatura nel Dna del virus, avvenuto probabilmente nel sud dell’Africa, ha dato vita a una variante che può cambiare la nostra vita (speriamo di no) ben oltre i dilemmi nella maggioranza di governo dell’Italia.

D’altra parte, a sua volta, quella variazione genetica si è prodotta mentre l’Unione Europea resisteva alla sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini anti-Covid, chiesta da cento paesi di tutto il mondo per accelerare la campagna vaccinale là dove è rimasta indietro (gli africani hanno ricevuto finora solo il 3% delle dosi distribuite globalmente, e gli immunizzati sono il 7% del totale, contro il 57% degli europei).

Più vasto è il popolo dei non vaccinati in cui può circolare e riprodursi il virus, maggiore è la probabilità che nascano nuove varianti come l’ultima arrivata, la B.1.1.529, ribattezzata «Omicron». Dunque, se gli europei non si mettono in testa che devono aiutare gli africani e i paesi più poveri, danneggiano anche se stessi; rischiando di buttare a mare tutto il lavoro fin qui fatto e ricominciare daccapo, perché nel frattempo una variante nuova e contagiosa è riuscita a fare il giro del mondo. Un chiodo perso a Bruxelles, insomma, può costarci il regno. O, se preferite, il battito d’ali di una farfalla in Sudafrica può scatenare un tornado a Berlino.

Se il virus non vi piace, come esempio, possiamo prendere i migranti. Ciò che sta accadendo nel Canale della Manica dovrebbe essere una lezione definitiva, se solo sapessimo guardare. Nel tratto di mare che separa due tra le più antiche e civili nazioni della storia, l’Inghilterra e la Francia, si depositano sul fondo a decine i cadaveri dei clandestini, travolti dal mare di novembre insieme ai loro gommoni. Il Regno Unito, che si è separato dall’Unione Europea proprio per chiudere le frontiere all’immigrazione, sta subendo il contrappasso di un’ondata di migranti senza precedenti (25mila nel 2021). L’Europa, che pretende da Tripoli il pattugliamento delle sue coste per impedire la partenza dei barconi, si comporta come una gigantesca Libia scaricando esseri umani in mare, direzione Dover.

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