Chi non si vaccina e perché? Resistono prof, sanitari e over 60

di RAFFALE MARMO

Non siamo un Paese di no vax dichiarati. Ma non per questo possiamo stare al sicuro e al riparo dal rischio di una drastica frenata della campagna di immunizzazione di massa. Tra rifiuti espliciti, tendenze contrarie sotterranee, rilassamenti superficiali post fase acuta della pandemia, stiamo assistendo a una serie di fenomeni tutti convergenti verso il rallentamento delle prenotazioni e verso la comparsa di sacche di resistenza alla vaccinazione, a cominciare dagli operatori sanitari (circa 46 mila) e dagli insegnanti (oltre 215 mila). E tra i sanitari non vaccinati fa notizia la sospensione dei 177 gli operatori sanitari residenti in provincia di Pordenone che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. Tra questi 46 infermieri.

Gli ultimi numeri della Fondazione Gimbe, del resto, sono impietosi. “A fronte dell’avanzata della variante Delta – osservano i ricercatori guidati da Nino Cartabellotta – preoccupano la persistente esitazione vaccinale di oltre 2,2 milioni di over 60, la carenza di dosi che impone alle regioni continui stop & go delle agende e il drastico calo delle prime somministrazioni”. Solo queste ultime in un mese sono crollate a picco del 73 per cento.

Ma chi sono coloro che ancora rifiutano il vaccino? In quali fasce di età si collocano quelli più in pericolo di ospedalizzazione in caso di contagio? Quali sono le categorie per le quali il mancato vaccino comporta conseguenze più gravi per sé o per la comunità?

Partendo dalla fine, i due ambiti professionali che più hanno impatto nel caso di mancate vaccinazioni sono quello degli operatori sanitari e quello degli operatori scolastici.

Ebbene, per medici e infermieri, sebbene sia prevista (e attuata) la sospensione ex lege dall’attività professionale come stabilito dal decreto legge 44 del 1° aprile scorso in caso di mancata vaccinazione, i dati delle scorse settimane segnalano il persistere di uno zoccolo duro di sanitari ancora non vaccinati: in tutto 45.753, pari al 2,36% del totale dei 1.941.805 operatori target. Ma rispetto a questo dato nazionale ci sono però realtà dove la percentuale dei no vax tra le fila degli operatori della sanità supera il 10% come nel caso del Friuli Venezia Giulia (11,9% che non ha ancora ricevuto la prima dose) e della provincia di Trento (11.03%).

Preoccupante anche il caso dell’Emilia Romagna dove solo qualche settimana fa risultavano non vaccinati 14.390 operatori pari al 7,87% del totale della dotazione regionale del personale del settore.

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