Gli open day con il vaccino AstraZeneca per gli under 60 sono un caso: esperti divisi

di Margherita De Bac

Gli open day con il vaccino AstraZeneca per gli under 60 sono un caso: esperti divisi

Non è passato inosservato l’appello dell’associazione Luca Coscioni per la libertà della scienza a «fermare le vaccinazioni sotto i 30 con AstraZeneca e Johnson & Johnson». Il Comitato tecnico scientifico e l’agenzia del farmaco Aifa potrebbero prevedere che ambedue i preparati non vengano somministrati ai giovani. Il ministro della Salute Speranza chiede approfondimenti. Oggi molte Regioni offrono soprattutto il vaccino anglosvedese ai maggiorenni nell’ambito degli Junior day. In Italia non ci sono divieti ma solo la raccomandazione di «uso preferenziale» sopra i 60 anni. Gli eventi di rara tromboembolia con carenza di piastrine hanno colpito persone con meno di 55 anni, soprattutto donne. Il nesso va però dimostrato.

I vaccini sotto la lente contengono adenovirus modificati, disattivati e adattati a trasportare nell’organismo molecole di Dna che vengono utilizzate per la produzione della proteina Spike, con la quale il virus si attacca alle cellule. Così viene indotta la produzione delle difese immunitarie. Si deve comprendere perché in pochissimi casi (su decine di milioni di vaccinati) si sviluppano reazioni avverse. L’associazione Coscioni, segretario Marco Cappato e tesoriere Filomena Gallo, «invita a sospendere immediatamente la somministrazione sotto i 30 anni, visto che abbiamo dosi di Pfizer-Biontech e Moderna» prodotte con la tecnologia dell’Rna messaggero (il vaccino, contenuto in un involucro di nanoparticelle, trasmette alle cellule l’informazione di produrre la proteina Spike).

È con loro Nino Cartabellotta, Fondazione Gimbe: con bassa circolazione virale sotto i 30 anni i rischi sono inferiori ai benefici. E cita un documento Ema del 23 aprile. Stesse perplessità da 24 medici liguri, la Regione dove una ragazza di 18 anni è ricoverata con trombosi del seno cavernoso dopo aver ricevuto AstraZeneca. Le opposizioni chiedono al governatore Toti di escludere i giovani dalle open week. Di diversa opinione l’infettivologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti: «Da noi la partita dei vaccini è diventata politica. Su questi temi devono parlare gli esperti. Gli Open day sono per i giovani delle opportunità. La verità è che qui la campagna andava troppo bene e bisognava rovinarla». Ieri centinaia di rinunce a farsi iniettare AstraZeneca.

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