Ma non è solo un caso di cronaca nera

La brutta storia di Novellara

di MICHELE BRAMBILLA

Ieri, sui siti dei grandi giornali, è scoppiata una polemica perché la Rai, in una trasmissione di Carlo Conti, ha mandato in onda un sondaggio sulle migliori qualità delle donne, e ai primi tre posti c’erano: 1) la cura della casa; 2) la capacità di fare più cose contemporaneamente; 3) il prendersi cura degli altri. “Sessismo”, “gaffe della Rai”, “violenza di genere”, si è commentato. Noi siamo d’accordo, perché una simile classifica è di pessimo gusto, roba da anni Cinquanta. Ma continuiamo a non capire perché, sul tema dei diritti delle donne, a nessuno freghi niente di Saman Abbas, la diciottenne pachistana scomparsa a Novellara (Reggio Emilia) più di un mese fa.

Questa ragazza il 27 ottobre dell’anno scorso si era rivolta ai servizi sociali del Comune chiedendo aiuto perché il padre le aveva combinato un matrimonio con un cugino che sta in Pakistan. Era finita in un centro di protezione del Bolognese. L’11 aprile è tornata a casa. Ma, dopo pochi giorni, è scomparsa, più o meno in contemporanea ad un’altra scomparsa: quella dei genitori, volati in Pakistan.

La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per omicidio con cinque indagati: i genitori, due cugini e uno zio della ragazza. I carabinieri stanno cercando il cadavere in un campo dove si teme che Saman sia stata seppellita.

Speriamo tutti in lieto fine. Ma già così com’è, questa storia è molto, è incomparabilmente più grave di tanti altri casi che finiscono in prima pagina e ispirano battaglie politiche. Qui però tutti zitti. Dov’è la sinistra che parla tanto (senza poi tradurre in realtà) di quote rosa? Forse è nelle parole del deputato del Pd Andrea Rossi, secondo il quale chi parla del caso di Saman “strumentalizza politicamente”. E chi tace cosa fa? Fa il suo dovere?

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