Covid, Draghi: “Guardiamo al futuro con prudente ottimismo. La campagna vaccinale procede bene”

“Abbiamo deciso di anticipare la reintroduzione delle zone gialle dal 26 aprile, dando precedenza alle attività di ristorazione all’aperto, sia a pranzo sia a cena”. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi, dopo la cabina di regia sulle nuove misure anti-Covid, parlando di “rischio ragionato”. “Si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia, ma bisogna mantenere comportamenti corretti”, ha aggiunto.

Rischio fondato sui dati – Sulle riaperture Draghi ha spiegato che il governo ha preso “un rischio ragionato, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento” con una probabilità “molto bassa che si debba tornare indietro”. Questo perché “la campagna di vaccinazione va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa e questo è stato fondamentale per prendere le decisioni” sulle riaperture. Le decisioni del governo sulle riaperture “rispondono al disagio delle categorie, operatori, famiglie, ragazzi, e portano a maggiore serenità nel Paese e pongono le basi per un rilancio economico ma anche sociale”.

Speranza: “Meno rischi all’aperto” – Sulla stessa linea anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Il principio che utilizzeremo in questa fase caratterizzata dalla gradualità si basa su dato: nei luoghi all’aperto riscontriamo una difficoltà significativa nella diffusione del contagio. Applicheremo questo principio nell’ambito della ristorazione e non. Auspico che il quadro epidemiologico migliorerà per programmare ulteriori aperture per le attività che non si svolgono all’aperto”, ha detto. 

Draghi e il “debito buono” – Draghi ha poi aggiunto che con il Def e lo scostamento si fa “una scommessa sul debito buono. Franco ha enunciato il Def e l’entità dello scostamento, 40 miliardi. Non merita attenzione solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita”, ha spiegato il premier. 

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