Bonus spesa, via da Roma a Venezia: ma c’è lo stop ai furbetti. Addio a doppie richieste e requisiti falsi. Come funzionano

di Roberta Amoruso

Arrivano i buoni spesa anti-furbetti. È questa la novità delletranche di aiuti edizione 2021 alle famiglie bisognose per gli acquisti di beni alimentari e di prima necessità. Sono i singoli Comuni, in autonomia, a stabilire i nuovi paletti per limitare i dati falsi per gonfiare i nuclei familiari, le domande mezze in bianco accolte da funzionari distratti, ma anche montagne di indebite richieste da chi ha già un lavoro o è pensionato o riceveva addirittura Reddito di cittadinanza o indennità di disoccupazione. L’obiettivo è netto: far arrivare gli aiuti – fino a 700 euro per le famiglie più numerose – dove ce n’è davvero bisogno, visto che ancora in questi giorni la Guardia di Finanza è a caccia dei furbetti dei buoni 2020, pronti ad approfittare dei bandi non troppo blindati lanciati l’anno scorso per venire incontro in fretta a chi faceva fatica a fare la spesa giornaliera dopo la crisi da Covid.

LA NUOVA TORNATA

Non era scontato che la rotta dei buoni spesa fosse confermata dal governo Draghi, più proiettato sugli investimenti e sul lavoro che su bonus e sussidi. Ma la conferma è arrivata nelle ultime settimane, rianimando di fatto la corsa dei Comuni ai nuovi bandi. Il Decreto Ristori-ter del governo Conte bis ha destinato un fondo da 400 milioni di euro da distribuire ai Comuni. E c’è chi ha già aperto i rubinetti. È infatti appena partito il piano salva-famiglie del Comune di Roma. Ma Milano ha già archiviato la prima tranche 2021. Come, del resto è successo a Bari. A Napoli, per il momento, è previsto un bonus aggiuntivo al bonus 2020 in vista della Pasqua, con precedenza a chi ha avuto il bonus l’anno scorso. Ma anche i Comuni di Torino, Venezia, Padova, Bologna, Bergamo, Rimini, Ancona e Potenza, solo per fare alcuni esempi, si stanno già attivando.

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L’INDICE DI POVERTÀ

Va ricordato che anche per i nuovi buoni la quota che spetta ad ogni Comune è fissata in base al numero di abitanti e all’indice di povertà. Inoltre, la scelta delle famiglie beneficiarie, le modalità di assegnazione e le procedure per fare domanda sono stabilite dal sindaco. Dunque, la scelta di Roma è chiara: attivare quest’anno una procedura più veloce, più efficace e più sicura; che abbia quindi già nel Dna certi paletti anti-furbetti capaci anche di risparmiare tempo e denaro per i controlli successivi. Dunque, se l’anno scorso era possibile inviare la domanda per il buono spesa, via mail e con la sola autocertificazione, al Municipio competente o al Dipartimento Politiche Sociali, oppure, in alternativa, recandosi presso le edicole convenzionate, quest’anno il registro è cambiato. Le domande possono essere presentate fino al 15 giugno esclusivamente attraverso i Caf convenzionati con Roma Capitale.

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