“In Israele la vita riparte, ora”. E iniziano le vaccinazioni per adolescenti fragili

“Gli ultimi dati sono davvero incoraggianti: Israele prevede di tornare alla normalità o quasi a brevissimo e di raggiungere l’immunità di gregge quando arriverà a 7 milioni di cittadini vaccinati: probabilmente accadrà entro l’estate”. Così esordisce all’HuffPost la professoressa Francesca Levi-Schaffer, immunofarmacologa dell’Università di Gerusalemme, citando l’annuncio del commissario israeliano per l’emergenza Covid, Nachman Ash. Israele è il primo Paese al mondo per percentuale di popolazione immunizzata: su 9 milioni di abitanti oltre 5 milioni hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid e circa 4,3 milioni anche la seconda, mentre scende la curva dei contagi. Una campagna vaccinale modello, che adesso apre anche ai giovanissimi.

Negli scorsi giorni, infatti, è giunta notizia del primo gruppo di pazienti di età compresa tra i 12 e i 16 anni ai quali, su indicazione del Ministero della Salute israeliano, è stato somministrato il vaccino anti covid Pfizer-BioNTech, senza riscontrare effetti collaterali severi. Sulla somministrazione del vaccino a bambini e adolescenti, la professoressa Levi-Schaffer precisa: “Si è iniziato con ragazzi che presentavano patologie preesistenti, quindi potenzialmente più vulnerabili di fronte al virus. Non si tratta ancora di una vaccinazione di massa, ma Israele prevede di andare avanti in maniera piuttosto spedita anche su questo fronte”.

Proprio negli scorsi giorni Boaz Lev, capo della task force israeliana per le vaccinazioni, ha dichiarato al Guardian: “Al momento abbiamo immunizzato circa 600 minorenni. Non abbiamo riscontrato alcun effetto collaterale di rilievo; anche quelli più lievi sono rari. È un fatto incoraggiante”. La testata britannica specifica che i minori israeliani ai quali è stato somministrato il vaccino, alcuni dei quali affetti da fibrosi cistica, non facevano parte di un test clinico. 

“Bisogna ricordare che i più piccoli possono contrarre l’infezione e portarla a casa, diffondendo il contagio tra genitori e nonni. Nel nostro Paese l’attenzione ai bambini è sempre stata alta: la mascherina viene indossata partire dai 6 anni di età”, prosegue la docente dell’Università di Gerusalemme.

Il mondo pare muoversi nella direzione tracciata da Israele, anche alla luce del fatto che l’avvento della variante inglese pare aver aumentato l’incidenza di casi nella popolazione pediatrica. Pfizer al momento sta conducendo test del vaccino sui giovani dai 12 ai 15 anni e a breve prevede di avviare uno studio sugli undicenni, mentre ieri è giunta notizia dell’inizio ufficiale, con le prime inoculazioni, dei test di fase 2 e 3 del vaccino Moderna sui bambini tra 6 mesi e 12 anni. Si tratta di procedure che richiederanno diversi mesi.

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