Disturbi alimentari, ansia e stress per uno studente su tre in Dad

Durante l’emergenza è mancata ed è ancora carente l’assistenza ai ragazzi e alle famiglie. «Purtroppo – aggiunge Vicari – la salute mentale e gli sportelli di neuropsichiatria infantile sul territorio sono stati man mano smantellati. Le famiglie che hanno un problema non sanno dove andare». Aggiunge Marucci: «Il web è stato d’aiuto per molti nel confrontarsi con gli specialisti tramite consulenze online, ma è anche il luogo dove i giovani vengono esposti a informazioni pericolose. Si possono trovare anche veri e propri tutorial su come vomitare il cibo o su come tagliarsi».

Genitori soli

In questa pandemia i genitori sono soli, gli unici a dover e poter intercettare i problemi dei propri figli. «Per questo è fondamentale fare attenzione – suggerisce Marucci – a una serie di campanelli d’allarme: drastici cambiamenti di comportamento, isolamento rispetto alla famiglia, eccessiva attenzione al corpo, abitudine a spezzettare il cibo nel piatto, rifiuto di mangiare a tavola con la famiglia, magari con la scusa di aver già mangiato». Nel dubbio diventa lecito anche «spiare» le attività sul web. Su questo una grande mano può arrivare da persone come Imma Venturo, un’operatrice sanitaria ed una ex paziente con disturbo dell’alimentazione, che oggi è una sorta di «cacciatrice» di trappole online. Venturo trascorre parte della sua giornata a scovare persone e siti che inneggiano alla magrezza estrema per aiutare le ragazze a non cadere nella rete. In maniera volontaria, offre ascolto e percorsi di auto aiuto sulla sua pagina Facebook e nel suo Blog.
 

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IL MESSAGGERO

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