Paolo Gentiloni: “Con Draghi l’Italia è più virtuosa, può spostare gli equilibri in Europa”

MASSIMO GIANNINI

«A questo punto l’Italia può diventare protagonista della rinascita europea…». Tra una telefonata con Ursula Von Der Leyen e una conference call con il ministro dell’Economia slovacco, Paolo Gentiloni da Bruxelles fa il punto sulle tante svolte che in questi giorni attraversano il mondo, l’Europa e l’Italia. Nonostante la pandemia che non arretra e l’economia che non riparte, c’è la percezione che, grazie a un «effetto Draghi», il nostro Paese possa tornare a credere in «una nuova ricostruzione» e a giocare «un ruolo decisivo nell’Unione». Dopo le «sbandate» degli ultimi tre anni, soprattutto quelle del Conte gialloverde, il Commissario Ue vede finalmente «un’Italia più virtuosa», cioè più attenta agli investimenti per la crescita, alla stabilità finanziaria, alla gestione del debito, al controllo degli sprechi.

Un’Italia che assicura ristori e sussidi a chi non ce la fa, «ma che comincia finalmente a occuparsi di come finanziare i motori a idrogeno o i semiconduttori». Se il Paese va in questa direzione, completando il Recovery Plan, entro l’estate incasserà la prima tranche dei 209 miliardi. E se il Paese crede davvero in questa svolta culturale e politica, convincerà gli europei che il Patto di Stabilità può essere ammorbidito, e gli italiani che l’Unione è «motore dello sviluppo e non più matrigna corrucciata attenta solo ai decimali». La vittoria di Joe Biden ha cambiato anche la natura dei rapporti tra America ed Europa. “È tornato il multilateralismo, abbiamo riscoperto i principi comuni e il valore delle democrazie”, osserva Gentiloni. “Ora dobbiamo rispondere alla Russia e alla Cina: sono sfide, più che minacce”. Ue, Gentiloni: “Fiducia in Draghi in Italia come a Bruxelles”

Gentiloni, da commissario europeo e da italiano, cosa è cambiato per il nostro Paese?

«È cambiato molto, e le spiego perché. Solo tra due anni l’Europa tornerà ai livelli del 2019, ma con un tasso di crescita medio del Pil inferiore di 4 punti rispetto a quello che ci aspettavamo. È come se l’economia del Continente si fosse fermata del tutto per 2-3 anni. In queste condizioni, sia la Commissione Ue che la Bce dicono che dobbiamo stare molto attenti: ritirare troppo presto le misure di sostegno è più pericoloso che ritirarle troppo tardi…».

Anche perché la Cina è già tornata a crescere, e l’America si presenta con un piano di aiuti da 1.900 miliardi di dollari…

«Appunto. Noi non possiamo restare indietro. Si tratta di evitare gli errori fatti nella crisi del 2008 e di non tarpare le ali alla ripresa, ma anche di rendere i nostri piani di sostegno più mirati agli investimenti innovativi e di non sprecare un euro su attività improduttive, soprattutto nei paesi a più alto debito come l’Italia».

Dopo Lehman Brothers per dieci anni siamo quasi morti di austerità. Il Patto di stabilità non tornerà più?

«Nelle prossime settimane decideremo se e come prolungare il congelamento del Patto, mentre nei prossimi mesi avvieremo una riflessione cruciale su come ricalibrarlo sui nuovi obiettivi strategici europei. La mia idea è semplice: se negli Anni Dieci il dogma è stato la stabilità finanziaria, negli Anni Venti il nuovo dogma deve diventare la crescita sostenibile». Governo, Draghi: “Corruzione deprime l’economia. Non può mancare base di legalità e sicurezza”

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