Covid, ci sono alternative al lockdown? Italia-Europa a confronto su morti, chiusure e Pil

Le differenze della seconda ondata

Nella seconda ondata il virus riprende forza ovunque più o meno contemporaneamente. Italia e Francia che avevano chiuso di più la scorsa primavera, cercano soluzioni per limitare i danni all’economia; gli altri, che avevano fatto meno, stringono maggiormente per domare la curva dei contagi. Così da ottobre 2020 al 10 febbraio 2021 il rigore delle misure di contenimento tende ad allinearsi: Italia 74, Uk 72, Spagna e Germania 70, Francia 66, Svezia 63 (ha di nuovo l’indice più basso ma comunque in crescita rispetto alla prima ondata). Le misure dunque non sono molto diverse, ad eccezione della scuola: da noi la didattica a distanza scatta già a partire dal 27 ottobre, mentre altrove non è stata toccata almeno fino a metà dicembre. Di conseguenza l’indice italiano è di nuovo il più alto, eppure contiamo 941 vittime per milione di abitanti. Certamente scontiamo i mancati investimenti sanitari negli anni passati e la popolazione leggermente più anziana, ma i numeri sono cresciuti ovunque: 650 in Germania, 762 in Francia, 672 in Svezia, 718 in Spagna. Ci supera solo il Regno Unito (1.077 vittime per milione), che però è anche stato travolto dalla contagiosissima variante inglese. Cosa si può desumere da questo quadro?

È la dimostrazione che quando la curva del contagio cresce in modo esponenziale, e con focolai diffusi, non resta altra soluzione che adottare misure di contenimento più rigorose. Lo abbiamo visto anche in Italia con il caso del Veneto: dopo settimane in zona gialla per la buona tenuta degli ospedali, sotto Natale i contagi sono aumentati a cinquemila al giorno. Sta di fatto che i decessi sono cresciuti ovunque: chi più o meno è rimasto sugli stessi numeri della prima ondata è solo la Spagna.

L’importanza di misure tempestive

Una spiegazione plausibile è che tutti i grandi Paesi europei temporeggiano fra i 20 e i 50 giorni prima di varare misure più rigide, con la ormai nota conseguenza: si alza il numero dei contagi e salta il tracciamento. Viceversa, pur pagando un bilancio di vittime elevato in termini assoluti, la Spagna è l’unico Paese europeo tra quelli che abbiamo analizzato ad essere intervenuto velocemente. Le misure scattano a livello locale entro 7-10 giorni dai primi segnali di innalzamento dei casi. A fine luglio la curva si muove, e ai primi di agosto c’è una prima stretta. I contagi tornano poi a crescere a metà ottobre, e di nuovo la Spagna agisce rapidamente (il 21 ottobre). Infine, salgono nuovamente dalla seconda metà di dicembre, e ancora la Spagna potenzia le misure (dal 23 dicembre). Risultato: con il 10% in più di vittime soffre un po’ meno la forza della seconda ondata rispetto agli altri, nonostante sia stato il Paese dove il virus ha ripreso a correre già a luglio anziché a fine settembre.

Le ricadute sul Pil

Di conseguenza la Spagna è anche il Paese che perde di più anche in termini di Pil: -11% nel 2020. Italia -8,8, Francia – 8,3, Regno Unito – 9,9. Chi ha perso meno sono i Paesi che durante la prima ondata hanno fatto poco o nulla: Germania – 5% e Svezia -2,9.Va sottolineato che al contrario degli altri, sulla loro economia pesa meno il turismo (d’affari per alcuni, balneare per altri).

L’11 febbraio la Cancelliera Angela Merkel fa mea culpa davanti al Bundestag: «Non siamo stati abbastanza attenti e veloci», ammette, aggiungendo che il secondo lockdown, scattato il 2 novembre in modo light, è stato rafforzato con troppo ritardo solo il 16 dicembre. Ora il suo obiettivo è di riportare i contagi a 50 ogni 100 mila abitanti, soglia sotto la quale è possibile un monitoraggio efficace e il virus rallenta. Condizioni cruciali per non compromettere la campagna vaccinale. Sulla stessa linea anche Francia e Gran Bretagna che continuano il lockdown.

E noi? Abbiamo capito che i risultati dipendono dalle misure, oltre che dalla qualità dei presidi che ruotano intorno e dai comportamenti delle persone, sui quali però possiamo confidare poco. Ebbene, con tutte le varianti in giro che stanno facendo impennare la velocità dei contagi, finora siamo stati qui a discutere. dataroom@rcs.it

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