Arcuri e la strategia dell’immersione per inseguire la riconferma

di Lorenzo Salvia

Arcuri e la strategia dell'immersione per inseguire la riconferma

ROMA — La strategia dell’immersione. Chiedere che fine abbia fatto Domenico Arcuri dopo il cambio di governo e di tutti gli equilibri politici e non, significa sentirsi rispondere così.

Immersione vuol dire apparire di meno. Anzi per niente, dopo settimane in cui il commissario all’emergenza era stato intervistato in tv anche da Mara Venier e Fabio Fazio.

Significa annullare le conferenze stampa del giovedì, all’inizio con la motivazione ufficiale che c’è la crisi di governo ma comunque per ripararsi dagli spifferi. Significa, soprattutto, non rispondere agli attacchi che adesso hanno un peso diverso. Perché non vengono più solo da Matteo Renzi e dall’opposizione ma dalla maggioranza stessa, visto che Lega e Forza Italia sono al governo.

Immersione, quindi. Senza se e senza ma. Ad Invitalia (la società del Tesoro per lo sviluppo delle imprese) Arcuri è arrivato nel 2007. Da allora, tra alti e bassi, è riuscito ad attraversare 9 governi. Un record. E sa bene che quando sei sotto attacco la scelta migliore è proprio quella di sparire. Stop alle interviste in tv, dunque.

Sospese le conferenze stampa che gli erano state «consigliate» dal precedente governo anche perché facesse da parafulmine, scelta che lui aveva assecondato di ottimo grado. Nella strategia dell’immersione rientra anche il fatto di aver mollato di fatto le primule, i padiglioni che avevano fatto parecchio discutere, una delle carte migliori in mano ai suoi critici. Si possono sacrificare, nessun problema.

Questo non vuol dire che il commissario non continui a fare il commissario. Ieri ha partecipato alla solita riunione del sabato al ministero della Salute. Si è dovuto occupare dell’ennesimo taglio alle forniture dei vaccini, stavolta di AstraZeneca. Continua a lavorare alla ricerca di stabilimenti italiani che possano partecipare al processo produttivo degli antidoti già autorizzati. Senso di responsabilità in un momento delicato come questo o preoccupazione di non farsi prendere in castagna? Tutte e due, probabilmente.

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