Ai democratici non conviene un Conte forte

Il sondaggio trasmesso l’altra sera da ‘Porta a porta’ dice che una lista Conte prenderebbe il 12 per cento dei voti, succhiandoli per metà al Pd che scenderebbe da 19.5 punti ad appena 13. Noi siamo per esperienza prudentissimi sui sondaggi. Nel 1996 Nicola Piepoli assicurò a Lamberto Dini, presidente del Consiglio uscente, il dieci per cento dei voti che si ridussero poi di oltre la metà sbarrandogli palazzo Chigi per sempre. Altra epoca, altro mondo. È un fatto, comunque, che Conte sta dimostrando una scorza politica non comune e che non ha nessuna intenzione di ritornare alla professione e all’insegnamento.

Se si andasse alle elezioni prima del semestre bianco che comincia il 15 luglio, il centrodestra ne uscirebbe vincitore, i Cinque Stelle decimati, il Pd molto ammaccato e Conte nuovo riferimento della sinistra. E il governo del professore arrivasse al 2023, sarebbe difficile contrastare la sua leadership. Per questo Franceschini e Guerini sono prudenti. ‘Del doman non c’è certezza’, ammoniva un fiorentino gaudente come Lorenzo il Magnifico….

QN.NET

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