Quei numeri che non vediamo

di Walter Veltroni

«La matematica è la ginnastica posturale del cervello. Se fai ginnastica posturale è plausibile che le spalle rimangano dritte anche col passare del tempo». Sono parole che Chiara Valerio usa per concludere il suo bel libro sul rapporto tra matematica e democrazia, matematica e politica. Guardiamo un po’ di numeri. Ci vuole pazienza e un buon rapporto col tempo per farlo in maniera ponderata. Con i numeri non si scherza. Non perché dicano la verità assoluta ma, al contrario, perché insegnano a ragionare, a dubitare.

L’Istat ha recentemente reso noto che l’indice di vecchiaia della popolazione italiana – il rapporto tra chi ha più di 65 anni e chi ne ha meno di 15 – è passato dal 33,5% del 1951 al 180% del 2019. Il numero di anziani per bambino è passato, nello stesso periodo, da meno di uno a cinque.

In pochi anni, dal 2011 al 2019, la percentuale delle persone che hanno più di 45 anni è salita dal 48,2% al 53,5%. Quest’anno orrendo sono morte più di 700.000 persone, un dato raggiunto solo sotto le bombe del 1943 e del 1944. Eravamo di meno allora, ma il dato di quest’anno è molto alto, per effetto di quel Covid del quale molti negavano la letalità.

I numeri ci dicono poi una cosa che ci dovrebbe far sobbalzare: continua a diminuire la popolazione: al 1° gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317 mila,116 mila in meno su base annua. Aumenta il divario tra nascite e decessi: per 100 persone decedute arrivano soltanto 67 bambini (dieci anni fa erano 96). E l’immigrazione che si va riducendo, quest’anno 40.000 domande contro le 100.000 dell’anno scorso, non salda questo divario.

Il Paese invecchia e l’indice di natalità scende al livello più basso mai raggiunto. Si arriverà nel 2020 attorno ai 400 mila neonati, nel 1964 ne veniva al mondo più di un milione. Quale futuro ha un Paese con questi numeri? Come terrà il sistema pensionistico o il welfare complessivo se si ridurrà la popolazione attiva e crescerà, come per fortuna accade, la longevità della popolazione?

Scuole vuote e Rsa piene. Può essere questo un Paese moderno? Non sono dati che dovrebbero far temere la politica per la tenuta del sistema democratico?

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