Statali, aumento di 107 euro al mese: maggiorazione superiore al 4%, a regime dal 2021

di Luca Cifoni

Un aumento di stipendio, a regime, leggermente superiore al 4 per cento; che vuol dire su una retribuzione media di 34.250 euro lordi l’anno un incremento effettivo pari a circa 107 euro mensili, sempre in termini lordi. L’offerta del governo ai dipendenti pubblici è dettagliata nero su bianco – e in qualche modo ufficializzata – nella relazione tecnica al disegno di legge di bilancio appena inviato in Parlamento. Ma è ritenuta insufficiente dai sindacati, che in realtà contestano i calcoli dell’esecutivo e quantificano l’importo dell’aumento in 83 euro lordi, leggermente meno di quanto i lavoratori pubblici ottennero nella precedente tornata di rinnovi contrattuali.

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LA SITUAZIONE

Va infatti ricordato che anche stavolta la trattativa (finora nemmeno iniziata sul piano formale) si svolgerà in extremis, nell’ultimo anno di validità dell’attuale contratto relativo agli anni 2019-2021. Come già avvenuto nella precedente legislatura, dopo che la Corte costituzionale aveva posto fine al blocco dei rinnovi scattato nel 2010, il governo ha infatti definito progressivamente negli anni le risorse necessarie a finanziare gli incrementi retributivi: la manovra per il 2021 contiene ulteriori 400 milioni che portano il totale degli stanziamenti a poco meno di 3,8 miliardi. Ed è a questa somma che fanno riferimento i conteggi della relazione tecnica. I dati di partenza, per quanto riguarda il personale statale in senso stretto (essenzialmente ministeri, scuola, comparto sicurezza) sono un numero di dipendenti pari a 1,87 milioni e una retribuzione media di 34.250 euro: ne risultano incrementi crescenti, dell’1,3 per cento nel 2019, del 2,01 per il 2020 e del 4,07 a partire dal 2021, anno in cui sarà disponibile il totale delle risorse.

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