Ripresa economica: il merito è di chi non si è arreso alla pandemia

di RAFFAELE MARMO

Gli ultimi numeri dell’Istat e dei previsori (a cominciare dalla Bce) consentono di ipotizzare come reale lo sperato e vitale rimbalzo dell’economia per l’autunno. Ma il Pil, nel tornante della storia che stiamo attraversando, non è solo l’indicatore che misura lo stato della nostra capacità di produrre, ma, mai come in questo caso, si configura come l’indice che certifica l’uscita dalla paura e dalla paralisi di un’intera società e di un sistema resiliente nel profondo. Diciamolo come va detto: quel numeretto positivo a due cifre che ci attendiamo per il secondo semestre dell’anno è merito di un sistema di imprese (di imprenditori e di lavoratori) che non si è fatto abbattere neanche dalla pandemia. 

Sono le piccole, medie e grandi imprese del Paese, i cento distretti, le migliaia di multinazionali tascabili, gli operai e gli impiegati, i professionisti e le partite Iva, gli uomini e le donne che nei molteplici ruoli, nei capannoni, negli uffici, dietro uno sportello e nelle case hanno continuato a produrre, garantire servizi, tessere contatti, stringere affari e stipulare contratti, sono loro che stanno permettendo di mettere insieme, pezzo dopo pezzo, quelle percentuali che possono far risorgere l’Italia.

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