Tracce di coronavirus nelle acque di Torino, Milano e Bologna già a dicembre: il Covid-19 circolava molto prima degli allarmi

di SARA STRIPPOLI

Il coronavirus circolava anche a Torino molto prima che all’ospedale per malattie infettive Amedeo di Savoia arrivasse, il 22 febbraio scorso, il paziente 1 torinese. Parecchi casi di polmonite interstiziale, con caratteristiche compatibili, a posteriori, con la sintomatologia del Covid-19 erano tuttavia stati riscontrati negli ospedali torinesi e milanesi.  I campioni prelevati nei depuratori di
centri urbani del nord Italia, sono stati utilizzati come ‘spia’ della circolazione del virus nella popolazione.

La prova adesso si trova in uno studio diffuso oggi dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con Smat, l’azienda torinese delle acque e con le altre aziende analoghe delle altre grandi città italiane: un’indagine condotta, fra gli altri, da Luca Lucentini, direttore del Reparto di qualità dell’acqua e salute dell’Iss, che documenta come nelle acque di scarico dell’area metropolitana siano state riscontrate tracce, poi ricondotte al Covid-19, in 14 dei 40 campioni raccolti da dicembre a febbraio in molte città italiane, fra le quali Torino, Milano, Bologna.

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