Primo Maggio, appello di Mattarella: prima il lavoro

Ugo Magri

ROMA. Il governo dia indicazioni «ragionevoli e chiare» su come combattere il virus, in modo che i cittadini ne comprendano il senso e si adeguino alle direttive, senza bisogno di metterli in riga. Così si raccomanda Sergio Mattarella quasi a conclusione del suo messaggio per la festa dei lavoratori. Difficile non scorgere in quei due aggettivi un garbato riferimento all’ultimo decreto del premier, che ha spazientito tutti e perfino i vescovi; il presidente si attende in futuro disposizioni meno controverse.

Allo stesso modo Mattarella, sempre in occasione del Primo Maggio, manifesta la speranza che «tra istituzioni e nelle istituzioni» venga instaurato un «responsabile clima di leale collaborazione»: quello che per giudizio unanime è finora mancato tra lo Stato centrale e le Regioni, incapaci di coordinarsi sulle misure da adottare nella «fase2». I governatori procedono in ordine sparso, con fughe in avanti e battaglie di retroguardia, senza che il governo riesca a fare la dovuta sintesi. Nonostante questo spettacolo, gli italiani stanno dimostrando un «ammirevole senso di responsabilità» che Mattarella riconosce e apprezza volentieri.

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