Più vicina la legge sul copyright, così i colossi del web pagheranno gli editori

La pirateria digitale
In agenda c’è anche la lotta alla pirateria digitale, tornata di strettissima attualità dopo l’intervento della Procura di Bari. Nei giorni scorsi sono stati sequestrati 20 canali Telegram dove venivano diffuse gratuitamente copie pirata dei quotidiani. Un sistema che avrebbe causato al settore dell’editoria danni per 670 mila euro al giorno, 250 milioni di euro all’anno. In una lettera inviata allo stesso sottosegretario Martella e al presidente del Consiglio Conte, l’Agcom ha ipotizzato una controffensiva anche al di fuori dei confini europei, con la possibilità di oscurare i canali di messaggistica che violano il copyright anche fuori dallo spazio dell’Unione europea. 

La discussione in Parlamento

Le opposizioni negli ultimi giorni hanno invocato un intervento rapido del governo sul tema del copyright. «E’ una norma di civiltà, che tutela il lavoro intellettuale degli autori e impedisce ai giganti della rete di saccheggiare contenuti con un atto di vera e propria pirateria», ha detto la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini. «Musica, editoria, teatro, cinema, arte: un settore immenso, con un indotto pazzesco, che sta subendo conseguenze pesantissime a causa del lockdown e della crisi economica legata alla diffusione del coronavirus», ha aggiunto.

LA STAMPA

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