Il 25 Aprile è molto, molto di più

Solamente chi non ha il senso della nostra storia, della nostra vita, delle nostre ambizioni, della nostra idea dell’uomo e del suo ruolo nel mondo, della nostra idea della libertà e della responsabilità che comporta, che sia di destra, di sinistra, di centro, populista, sovranista, europeista, credente o non credente, può negare la sacralità del 25 Aprile. Ma non tanto per le rivendicazioni e le schermaglie annualmente riproposte, spesso sotto forma più caricaturale che nostalgica, da piccoli nerboruti similfascisti contro un piccolo, comodo e malinteso antifascismo, a giocare al terzo tempo della guerra civile a raffiche di tastiera.

Il 25 Aprile è molto, molto di più. È la data che stabilisce la vittoria della democrazia sulla dittatura fascista e il ritorno dell’Italia nell’Occidente liberale e democratico. In Italia ebbe un ruolo fondamentale, soprattutto dal punto di vista morale, la Resistenza dei partigiani. In Italia e nel resto d’Europa ebbero un ruolo decisivo gli Alleati e l’Armata Rossa. Ed è su quella vittoria che poggiano le basi dell’Europa successivamente unita, alleata degli Stati Uniti in una comunità democratica e liberale. La nostra Costituzione, scritta da tutti i partiti antifascisti, compreso il Partito comunista, è una Costituzione antifascista e, nella prassi, diventa una Costituzione anticomunista proprio perché conduce l’Italia nel mondo libero e democratico. È il 25 aprile del 1945 che l’Italia compie il primo passo del ritorno alla civiltà immersa nello stato di diritto, nell’inviolabile unicità dell’essere umano, nella rappresentanza parlamentare del popolo, nel rifiuto della tirannia. In un sistema di Governo insuperabile proprio perché riconosce i suoi mille limiti, che sono i limiti della nostra finitezza di uomini.

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