Germania, verso la fine della crisi: “Abbiamo il virus sotto controllo”

walter rauhe

Una consueta deserta Porta di Brandeburgo a Berlino
Una consueta deserta Porta di Brandeburgo a Berlino

BERLINO. «Ce l’abbiamo fatta a mettere sotto controllo il virus. Le misure restrittive del lockdown stanno dando i loro frutti», esulta il ministro tedesco della Salute, Jens Spahn. E le cifre sembrano dargli ragione. Dal 12 di aprile il numero dei nuovi contagi è inferiore a quello dei pazienti guariti e anche il numero dei decessi è in diminuzione da ormai più di una settimana. Ma il dato ancora più significante è quello della relazione tra gli infettati e il numero dei nuovi contagi, ovvero appena lo 0,7. Quando ogni paziente positivo contagia meno di un’altra persona, gli esperti parlano di una tendenza decrescente e di un contenimento considerevole del rischio epidemiologico. Con 4.193 decessi su di un totale di circa 140mila casi la Germania detiene insieme alla Corea del Sud e al Giappone la più bassa percentuale di letalità da coronavirus del mondo. Un indicatore incoraggiante che ha spinto Merkel ad un graduale e prudente processo di riapertura del Paese e di riavvio della vita produttiva, commerciale e sociale. Non solo: secondo i dati dell’ufficio statistico Destatis il numero totale dei decessi registrati in Germania nei mesi di gennaio e febbraio non è superiore a quello degli anni precedenti. Lo stesso vale anche per i primi 15 giorni di marzo. All’inizio dell’epidemia in Germania la letalità da coronavirus era insomma paragonabile a quella dei normali periodi d’influenza. Coronavirus, Angela Merkel e la matematica dei contagi: la sua spiegazione è perfetta

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