Coronavirus, fase 2: i limiti per giovani e over 70. Da lunedì 20 aprile via a cantieri, moda, auto

È stato Attilio Fontana ad annunciare la partenza, tra domani e dopodomani, della cabina di regia proposta dal segretario dem Nicola Zingaretti. Ne fanno parte il presidente della Lombardia, il presidente della Sicilia Musumeci in rappresentanza delle Regioni a statuto speciale, Bonaccini come presidente della conferenza delle Regioni e poi i sindaci Pella, Raggi e Decaro (Anci). Toccherà al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia frenare le fughe in avanti dei territori e il pressing di quelle regioni che hanno voglia di correre, Lombardia e Veneto in primis: «Basta protagonismi. La partita si vince solo con il gioco di squadra». Ormai evidente che la ripartenza non potrà essere unica per tutta Italia, dunque si terrà conto delle richieste dei governatori e poi sarà il governo a concedere le autorizzazioni.

Auto, moto ed edilizia

Convivere con il virus è la nuova parola d’ordine nel governo. L’ipotesi più probabile è un provvedimento ministeriale, tra Sviluppo e Tesoro, per rimettere in moto alcune attività e imprese, sbloccando i codici Ateco in attesa di varare le norme per la sicurezza dei lavoratori. Se ne dovrebbe parlare lunedì al consiglio dei ministri, convocato per discutere di leggi regionali, dello scostamento di bilancio per finanziare il «decreto Aprile» e del rinvio delle elezioni amministrative. Sempre nella riunione di lunedì potrebbero essere sbloccati i cantieri per la costruzione di edifici e altre attività che hanno un codice di rischio basso o medio-basso secondo le tabelle Inail. I settori sotto osservazione sono il tessile, la moda, la fabbricazione di autoveicoli, mobili e articoli in pelle. A rischio basso e quindi sulla via della riapertura anche l’industria del tabacco, l’estrazione di minerali metalliferi, le cave e le miniere.

Medici sentinella

Le aziende che riaprono, così come i negozi, dovranno seguire un protocollo molto stretto che riguarda sia la pulizia (due volte al giorno) sia i dispositivi. Oltre a dispenser per il disinfettante, le mascherine e i guanti, gli ingressi limitati e il distanziamento di almeno un metro, dovranno mettere a punto un vero e proprio programma sulla presenza dei dipendenti con turni alternati e soprattutto smart working per un numero più alto possibile di dipendenti, almeno fino a quando l’indice di contagio R0 non sia prossimo allo zero. Ma dovranno avere sempre un medico di riferimento: per le aziende più grandi dovrà essere interno, gli altri dovranno fare riferimento alle Asl e per questo il ministero della Salute sta già predisponendo alcune linee guida. I dottori dovranno infatti effettuare la valutazione di rischio di ogni lavoratore ed essere a disposizione di dipendenti e società in caso di necessità. Oltre ai dispositivi obbligatori, tutti dovranno avere un medico di riferimento che monitori in maniera costante i dipendenti. Per chi manifesterà i sintomi da Covid dovrà infatti scattare il protocollo della messa in quarantena e l’effettuazione del tampone. Lo stesso medico dovrà poi compilare le certificazioni dei dipendenti che riprendono l’attività.

I giovani

La libertà di spostamento per fasce d’età è uno dei capitoli più delicati che si stanno affrontando. Se la limitazione per chi ha oltre 70 anni scatterà in caso di patologie e rientrerà in un piano più ampio soprattutto per chi ha bisogno di essere assistito, per i giovani ci saranno — almeno nella prima fase — divieti stringenti. Non sarà possibile stazionare all’aperto e al chiuso in più di due, massimo tre e sempre tenendo la distanza di sicurezza. «Abbiamo notato che i ragazzi sono i più restii ad indossare le mascherine, ma è evidente che in alcune circostanze dovremo renderle obbligatorie, altrimenti per loro sarà impossibile uscire visto che molti sono asintomatici e quindi possono veicolare il virus», avverte il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. Anche di questo si parlerà lunedì e ci sarà da discutere, viste le diverse scuole di pensiero che dividono il governo. La ministra renziana Bonetti vuole aprire i parchi per i bambini. Speranza resta molto cauto, teme una seconda ondata di contagi.

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