Coronavirus, l’ombra della recessione in Italia: “Così il Pil andrà sottozero”

di ROBERTO PETRINI

ROMA – Il coronavirus apre le porte dell’Italia alla recessione. La concreta percezione di un vero e proprio blocco dell’economia che ciascuno di noi ha, trova conferma nelle prime previsioni dei centri di ricerca specializzati. Dalle agenzie internazionali, come Moody’s, alle banche come Nomura, ai centri studi come Ref-Ricerche di Milano e il Cer di Roma, emergono nuovamente, e sinistri, i segni “meno” di fronte al Pil, il prodotto interno lordo, cioè la ricchezza che il Paese produce ogni anno.

Non ci voleva, perché l’Italia, prima ancora dell’arrivo di Covid 19, era già in bilico. Il quarto trimestre dello scorso anno aveva già fatto scalpore: a sorpresa il dato ottobre-dicembre aveva segnano – 0,3 per cento. Il governo e molti osservatori speravano per il primo trimestre di quest’anno in un “rimbalzo”. Era un’ipotesi possibile ma l’effetto coronavirus rischia di spingerci nel fosso. Le prime proiezioni sui tre mesi in corso dicono che il segno sarà pesantemente negativo: Ref-Ricerche parla di un caduta di 1 punto percentuale, mentre il Cer si limita a 0,4 punti. Nella prassi degli economisti, ancor prima che l’Istat, a giugno, sforni i dati ufficiali, siamo già in recessione tecnica, fenomeno che si verifica quando la contrazione si protrae per due trimestri consecutivi.

Purtroppo la botta sul Paese, con l’economia bloccata e preso dal panico, probabilmente non si ammorbidirà. La Banca d’Italia, il previsore più autorevole, nei giorni scorsi ha detto che l’effetto coronavirus ci costerà una contrazione del Pil di 0,2 punti, qualcuno attribuisce a Via Nazionale anche un giudizio aggiornato agli ultimissimi sviluppi che salirebbe ad una gelata di 0,4 punti. In parole povere a fine anno balleremo intorno allo zero, o come già prevedono per il 2020, la banca Nomura e Oxford economics saremo sottozero, almeno al – 0,1 per cento. Il rapporto dell’agenzia di rating Moody’s diffuso ieri parla apertamente di «rischio recessione» per il nostro Paese. L’esplosione del virus, osserva, riguarda regioni che contano il 41 per cento del Pil.

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