Il Nord chiude

Alessandro Sallusti

A buoi scappati chiudono le stalle. Affidarsi alla prevenzione fai da te, lanciare messaggi buonisti e tranquillizzanti, non obbligare alla quarantena chiunque – cinese o italiano – provenisse dalla Cina è stato un errore che oggi paghiamo caro.

Il virus è arrivato a Milano e tutto il Nord Italia è sull’orlo della paralisi.

Già questo – al di là dei problemi sanitari che restano comunque prioritari – è un danno enorme (molte aziende si stanno preparando a operare a scartamento ridotto già da domani). Chi non ha chiuso bene la stalla oggi non trova di meglio – come ha fatto ieri la ministra Paola De Micheli – che dare dello sciacallo a Salvini che ha denunciato ritardi e omissioni. Mi spiace per la ministra, ma la responsabilità di ciò che sta succedendo e che succederà non è degli ex ministri ma di quelli in carica, cioè anche sua. Evidentemente hanno sbagliato, e se si preoccupano delle parole di Salvini vuole dire che stanno continuando a sbagliare, solo che a pagare non sarà Salvini, ma tutti noi.

Ieri il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità ha detto che il punto debole del mondo, rispetto alla diffusione del virus, sarà presto l’Africa. Facciamo finta di niente o chiudiamo i porti? Gli crediamo o lo bolliamo come sciacallo razzista (che è pure un signore di colore)? Che senso ha «limitare i rapporti sociali in città», come ha chiesto ieri il sindaco di Milano Beppe Sala, se poi non «limitiamo» i rapporti con possibili nuovi portatori più o meno sani?

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