Brexit, il gioco dell’oca britannico

di Beppe Severgnini

Brexit,  il gioco dell'oca britannico

Possiamo chiamarlo il gioco dell’oca. Oca britannica, ovviamente. Si torna al punto di partenza, dopo molti anni. Back to square one, si dice in inglese. Dal 1° gennaio 2021 i lavoratori stranieri – anche quelli che provengono dall’Unione Europea – dovranno conoscere la lingua inglese ed essere in possesso di un contratto di lavoro, per potere entrare nel Regno Unito. Come accadeva negli anni Sessanta, in sostanza.

Sono appena rientrato dall’Inghilterra, e ho scritto un “diario post Brexit” che uscirà su 7-Corriere il 27 febbraio. Il racconto parte dall’incontro con Sergio Poletti, classe 1940, che possiede tre ristoranti a Chester. Era arrivato a Liverpool come cameriere a ventidue anni, dalla Lunigiana; si è presentato all’Hotel Adelphi di Liverpool e si è intimorito davanti alle porte girevoli. Aveva un contratto di lavoro; se l’avesse perso, avrebbe dovuto rientrare in Italia.

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