M5S, Di Maio non sarà più tesoriere La strategia del passo indietro

di Emanuele Buzzi

M5S, Di Maio non sarà più tesoriere La strategia del passo indietro

Un «no» secco, perentorio, che indirettamente spalanca le porte a nuovi scenari. Luigi Di Maio impegnato nel suo ruolo da ministro degli Esteri, intento a ridisegnare il Movimento 5 Stelle in vista degli Stati generali (con voci sempre insistenti su un suo possibile «strategico» passo indietro in vista di una nuova «gestione collegiale») chiude la porta a uno dei ruoli chiave che finora ha occupato.

Il leader dei Cinque Stelle non sarà più tesoriere del Movimento. Secondo l’articolo 12 dello statuto dell’associazione che regola la vita pentastellata «il tesoriere è il rappresentante legale del Movimento 5 Stelle in tutte le attività economico-finanziarie, ha la responsabilità della gestione amministrativa e della politica finanziaria del Movimento 5 Stelle e ne apre e gestisce i conti correnti bancari e postali». E soprattutto «è rieleggibile per non più di due mandati consecutivi».

In teoria, quindi, Di Maio potrebbe mantenere la carica che ricopre dal 2017 e che scade a settembre di quest’anno. Ma non lo farà. «No», ribadisce chiaro a chi gli chiede se abbia intenzione di mantenere il ruolo, a dimostrazione che il leader sta studiando cambiamenti. Non a caso ieri in campagna elettorale in Calabria, Di Maio ha rilanciato gli Stati generali M5S di marzo e ha sottolineato che «il solo capo politico non ce la può fare» a guidare il Movimento e che la kermesse sarà il luogo «per mettere finalmente in piedi una nuova Carta dei valori e un’organizzazione più efficace».

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