Così la Chiesa sembra il governo

Alessandro Sallusti

In Vaticano si sono montati la testa e pensano di essere il governo italiano, nel quale abbondano liti e contrapposizioni tra il papa in carica (Conte), i papi emeriti (Di Maio e Renzi) e il deposto papa Salvini che si è autoesiliato in attesa di tornare sulla cattedra di palazzo Chigi, oggi occupata, a suo dire, da un usurpatore.

Il casino di avere due Papi viventi, Ratzinger a riposo e Bergoglio titolare, prima o poi doveva scoppiare e ora è successo, con il primo a contraddire il secondo sulla possibilità di abolire il celibato dei preti. Non è una quisquilia, il celibato dei preti rappresenta una pietra miliare del cattolicesimo e dalla sua sorte secondo non pochi teologi dipenderà la sopravvivenza della Chiesa stessa.

Noi non siamo teologi, ma a occhio ha ragione Ratzinger. Il prete sposato rappresenta un pericolo per la comunità che gli viene affidata. La sua autorevolezza sarebbe messa continuamente a rischio non per il fatto di essere sposato, ma da ciò che comporta: ansie, problemi, magari una moglie chiacchierata, esigente o gelosa e invidiosa delle parrocchiane, un figlio ribelle ai precetti e tutti i ben noti problemi e sventure (tipo l’amore che svanisce) con i quali si deve confrontare ogni famiglia.

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