Legge elettorale, ecco il Germanicum. Come funziona il diritto di tribuna

Diritto di tribuna

Il diritto di tribuna prevede, in generale, che – tramite un determinato meccanismo – i partiti più piccoli possano ottenere comunque seggi così da ‘aggirare’ la soglia di sbarramento. Nel Germanicum si stabilisce che il partito che non supera il 5% nazionale, ma ottiene questa percentuale in 3 circoscrizioni in 2 Regioni, possa comunque avere rappresentanti in Parlamento. Il diritto di tribuna della proposta depositata da Brescia si ispira al modello tedesco, ma il sistema di assegnazione è diverso, dato che in Germania esistono collegi uninominali e il numero dei Parlamentari è variabile e non fisso come in Italia. E allora come funziona al di là delle Alpi? In Germania chi non supera il 5%, ma vince anche un solo Bezirk (un distretto) ha comunque quel seggio (o più di uno) nel Bundestag. Per i tedeschi, va sottolineato, il diritto di tribuna non riguarda le minoranze linguistiche.

Preferenze e listini

Il testo depositato da Brescia non affronta il tema delle preferenze. Sul piano della tecnica legislativa è una “novellazione” del Rosatellum, cioè interviene chirurgicamente su quel testo che prevede i listini bloccati, che non vengono modificati nel ddl proposto da Brescia. La maggioranza è concorde sul fatto che i due temi, listini e preferenze, saranno oggetto di un successivo confronto. 

“Testo per far partire il dibattito”

E’ lo stesso Brescia a spiegare che si tratta per ora di un “un testo semplice per far partire il dibattito parlamentare” da alcuni chiari punti: 1. L’abolizione dei collegi uninominali 2. Un impianto proporzionale 3. La soglia di sbarramento nazionale al 5% 4. La previsione di un diritto di tribuna”. Il presidente della commissione tiene a precisare: “Si parte da un metodo diverso rispetto al passato: no a riforme elettorali di fine legislatura condizionate da interessi di parte, sì a un confronto trasparente e sincero con le opposizioni”. 

Taglio dei parlamentari, mancano firme per il referendum

Intanto, slitta l’appuntamento – previsto per oggi – del deposito in Cassazione del quesito referendario contro il taglio dei parlamentari, perché mancano le 64 firme dei senatori necessarie. Andrea Cangini (FI) assicura che sarà preso un nuovo appuntamento entro il 12 gennaio, termine ultimo. “In 6 hanno ritirato le firme, ma altri si stanno aggiungendo per cui, per correttezza, abbiamo chiesto alla Cassazione uno slittamento”, aggiunge. E il senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni, conferma: “Sto andando a ritirare le firme per la richiesta di referendum sul taglio dei parlamentari insieme ai colleghi Dalmas, Masini e Stabile”. Si tratta di 4 senatori vicini a Mara Carfagna. I parlamentari che hanno ritirato le firme sarebbero, secondo indiscrezioni, tutti di Forza Italia. Ma anche nel Pd sarebbe in atto una riflessione sull’opportunità di ritirare la propria sottoscrizione.

QN.NET

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