Nomine Rai, scontro Pd-5S sul Tg3. Verso la resa dei conti nel cda di domani. E la Lega prova ad approfittarne

di GIOVANNA VITALE

Tra i due litiganti, Pd e 5 Stelle, il terzo gode: il fronte sovranista. L’unico che nel gioco dei veti contrapposti tra alleati sulle nomine Rai rischia di uscire addirittura rafforzato. A discapito della seconda gamba del governo giallorosso.

Se infatti l’ad Fabrizio Salini decidesse di forzare, portando all’esame del cda convocato per domani mattina soltanto il cambio alla guida delle reti generaliste ma non del Tg3, dove il Nazareno vorrebbe Mario Orfeo contro il parere dei grillini, la consigliera in quota dem Rita Borioni potrebbe disertare la riunione per certificare il suo dissenso sulla gestione dell’azienda.

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Mentre al tandem Lega-FdI verrebbe consegnato l’intero secondo canale chiavi in mano: al vertice della rete, in quota Meloni, Ludovico Di Meo (che assumerebbe anche la responsabilità di Cinema e serie tv) si affiancherebbe il salvinissimo direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, che non è mai stato in discussione.

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