Sfottò e liti risvegliano la Nato dalla “morte cerebrale”

Rapporti molto vivaci nell’Alleanza Atlantica in piena “morte cerebrale”, per usare l’espressione di Macron che ha sollevato un polverone prima e durante il summit britannico per il 70esimo anniversario della Nato. Un vertice che ha confermato la forte litigiosità tra alleati, su diversi fronti. “Basta liti e divisioni, la Nato ritrovi lo spirito di concordia che le ha permesso d’essere per 70 anni un gigantesco scudo di solidarietà” era stato l’appello che il premier Johnson aveva lanciato. Insomma, tutti per uno etc… Solo che i suoi partner non sono animati dallo spirito dei Moschettieri.

La dichiarazione finale del vertice di Watford segna importanti prese di posizione nell’Alleanza Atlantica: primo, l’impegno per l’aumento delle risorse stanziate dai singoli Stati membri; secondo, l’atteggiamento di forte “deterrenza”, ma anche di “dialogo”, nei confronti della Russia, con il rafforzamento dei piani di difesa comune dei confini orientali dei Paesi baltici e della Polonia; terzo, new entry, l’indicazione della Cina come oggetto di attenzione.

Sul primo fronte, le risorse, Trump ha rinnovato la richiesta a tutti gli Stati dell’Alleanza. Ha invitato a pranzo i “leader del 2%”, cioè quelli che hanno rispettato l’impegno chiesto dalla Nato di investire il 2% del Pil in spese militari entro il 2024. “Trump ha ringraziato questi leader per aver preso seriamente il loro impegno alla sicurezza degli Alleati e la condivisione degli oneri investendo il 2% del loro Pil nella difesa” si legge in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca dopo il pranzo di lavoro tra Trump ed i leader di Estonia, Grecia, Lettonia, Polonia, Romania, Lituania, Bulgaria e Regno Unito, alla presenza del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Sono stati fatti grandi progressi
dalla Nato negli ultimi tre anni – scrive Donald Trump su Twitter – con gli altri Paesi che si sono accordati nel pagare 130 miliardi in più all’anno, ed entro il 2024 si salirà a 400 miliardi di dollari. La Nato sarà più ricca e più forte che mai” è la convinzione del presidente americano, attivissimo come sempre nel summit nel battere cassa con tutti.

Sul secondo fronte, la Russia, la dichiarazione finale solleva anche la “minaccia” rappresentata dalle “azioni aggressive” di Mosca, garantendo di essere un’alleanza solo “difensiva” che “non rappresenta una minaccia per nessun paese”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato l’annuncio dell’aumento della spesa globale per la difesa di 400 miliardi di dollari nel 2024 dicendo che “non possiamo che esserne preoccupati”.

Sul terzo fronte, la Cina, il nodo è il 5G e il ruolo di Huawei nella realizzazione dell’infrastruttura di nuova generazione nei paesi occidentali, che Washington considera “un pericolo per la sicurezza”. Proprio Donald Trump ha discusso di 5G con i leader di Italia, Regno Unito e Germania. La trascrizione delle dichiarazioni di Trump, trasmesse dalla Casa Bianca, hanno alimentato un giallo: “Ho parlato all’Italia e sembra che non andranno avanti” con la Cina sul 5G. Conte smentisce di aver trattato l’argomento, poi ne parla con Trump nel bilaterale a margine dei lavori: “Abbiamo chiarito” dice il presidente del Consiglio. “Gli ho detto che noi abbiamo la legislazione più avanzata in materia sicuramente d’europa e sarà un modello per gli altri. Applicheremo quella legge, quella normativa, quei controlli e questo sicuramente ci garantirà per quanto riguarda la protezione di tutti gli asset strategici da qualsiasi pericolo sul piano della cybersecurity”.

Altro tema centrale del summit, il ruolo della Turchia dentro la Nato. Con Donald Trump che elogia pubblicamente Recep Tayyip Erdogan per il “buon lavoro” come membro Nato ed Emmanuel Macron che torna ad attaccare il leader turco. Quello tra Trump ed Erdogan è stato definito un incontro ″molto produttivo″ dal portavoce del presidente turco. L’incontro a porte chiuse è durato mezz’ora. L’inquilino della Casa Bianca ha elogiato l’intervento turco in Siria. “Il confine e la zona di sicurezza stanno funzionando molto bene e do alla Turchia molto del merito. Il cessate il fuoco tiene” ha detto Trump parlando con i giornalisti. Completamente diverso l’atteggiamento francese verso Ankara: con la Turchia “non vedo un consenso possibile” sulla definizione di terrorismo, ha dichiarato Macron, in riferimento ai gruppi curdi presenti nel nord della Siria, considerati terroristi da Ankara, e contro i quali il governo turco ha lanciato un’offensiva militare. ”È chiaro – ha aggiunto Macron – che non siamo d’accordo nel classificare come gruppo terrorista l’Ypg curdo e credo che su questo ci sia un consenso” con tutti gli altri partner Nato, fatta eccezione per la Turchia.

Cala il sipario sul vertice della tensione. La fine della Nato è stata profetizzata già tante volte in passato e finora non è accaduta. Mai come oggi, i paesi fondanti dell’alleanza militare sono “l’un contro l’altro armati” (Trump contro Macron, Macron contro Erdogan , Trump contro Trudeau, e così via). E non basta una dichiarazione finale per cancellare questa realtà.

L’HUFFPOST

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