Gara di solidarietà per Giovannino il bimbo abbandonato in ospedale

di Lorenza Castagneri

Quando parte la musica Giovannino si illumina. Le sue gambe si muovono in automatico, mentre sorride e ogni tanto anche lui prova a cantare. È un bimbo felice. Un bimbo che a tre mesi si comporta come tutti quelli della sua età, finale positivo di una storia dura come un pugno nello stomaco: Giovannino è affetto da Ittiosi Arlecchino, grave malattia congenita che colpisce un neonato su un milione e ricopre la cute di spesse placche come quelle della celebre maschera.

Una coppia di italiani

Per questo i suoi genitori — una coppia di italiani — non se la sono sentita di accudirlo. E, anche se lo avevano desiderato così tanto da ricorrere alla fecondazione eterologa, subito dopo il parto lo hanno affidato all’ospedale perché trovasse una nuova famiglia pronta ad accogliere il loro figlioletto, di cui nessun esame prenatale aveva messo in luce le condizioni. Terapia intensiva del Sant’Anna di Torino. È qui che Giovannino vive da quel giorno di agosto in cui è venuto al mondo e dove finora è riuscito a battere la malattia. L’Ittiosi Arlecchino è terribile. Le placche si possono lacerare e provocare infezioni che, in molti casi, uccidono in fretta questi piccoli pazienti. In Italia nasce un bambino così ogni due anni e mezzo. I medici lo hanno curato nell’unico modo possibile. Ungendo il suo corpo di olio di vaselina e crema più volte al giorno per ridurre lo spessore delle placche e scongiurare così il rischio di sepsi.

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