Se ‘salta’ la Corrente del Golfo l’Europa sarà investita dal gelo. E il paradosso è che la colpa è del riscaldamento globale

Mariella Bussolati

Nizza, la spiaggia di Promenade des Anglais a February 2018 in Nice. Potrebbe diventare un paesaggio abituale. Valery Hache/AFP/Getty Images

L’alba del giorno dopo, un film campione di incassi nel 2004 diretto da Roland Emmerich, aveva una trama che sembrava scritta in questi giorni: un paleoclimatologo assiste al distacco di una immensa porzione di ghiaccio polare. Preoccupato, avverte che a causa di questo fenomeno si potrà piombare in un’era glaciale, ma il vicepresidente americano risponde dichiarando che l’economia non è abbastanza florida per poter affrontare il cambiamento climatico. Nessuno ascolta l’allarme e dopo poco New York e tutti gli Stati della costa orientale degli Stati Uniti finiscono nel gelo, flagellati da uragani, trombe d’aria e montagne di neve. Il film è celebre per gli effetti speciali che hanno reso la situazione esagerata e paradossale.

Purtroppo non siamo lontani da questo scenario fantascientifico. Durante questa estate calda anche la Groenlandia si sta sciogliendo a ritmo sostenuto e gli scienziati  sostengono che, a causa di ciò, la Corrente del golfo, il grande fiume oceanico che trasporta a nord il calore tropicale, potrebbe interrompersi. Se accadesse, l’emisfero nord piomberebbe esattamente in una morsa di freddo, una conseguenza assurda perché è dovuta proprio al riscaldamento globale.

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