Continua il calo dell’industria: produzione -0,7% a luglio

Nel raffronto annuo, infatti, soltanto il comparto energetico si mette in luce (a luglio erano salite le bollette dell’elettricità, scese quelle del gas) con dinamiche positive: la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+6,4% per entrambi i settori), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+5,1%) sono i settori migliori. Le flessioni più ampie si registrano invece nella fabbricazione di macchinari, attrezzature n.c.a. (-6,9%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,1%), e negli articoli in gomma, materie plastiche, minerali non metalliferi (-3,0%).

La produzione di autoveicoli a luglio è scesa del 14% su base annua. E la dinamica internazionale non aiuta certo l’Italia: la Germania è in forte rallentamento e lì è diretta una buona fetta del nostro export, composto da componenti e semilavorati che poi finiscono in tutto il mondo. “Nella media del trimestre maggio-luglio il livello destagionalizzato della produzione registra una flessione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti”, dice l’Istat indicando una debolezza che ormai dura da troppi mesi e mette a rischio l’intero risultato del Pil.

Gli analisti di Intesa Sanpaolo si aspettavano infatti un recupero a luglio, spinto dalla componente energetica: pronosticavano una crescita annua dell’1%, pur sottolineando che “gli indici di fiducia delle imprese nel settore manifatturiero ancora non segnalano una chiara svolta espansiva nel comparto”. E’ andata molto peggio: pessimo presagio per l’intero terzo trimestre, dopo la stagnazione già rivista nel secondo periodo dell’anno.

E subito i consumatori sono partiti con gli allarmi. “Una Caporetto per l’industria italiana. Non ci sono più dubbi. L’Italia è attualmente in recessione. Iniziamo il terzo trimestre nel peggiore dei modi”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Se a questo aggiungiamo, che se si confrontano i dati di oggi con quelli precrisi del luglio 2007, la produzione è ancora inferiore del 19%, ossia quasi un quinto, il quadro è ancor più desolante”. Per il Codacons è un “flop”.

REP.IT

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