Acrobazie e silenzi sui numeri

di Ferruccio de Bortoli

Gli esercizi di trasformismo acrobatico, nel tentativo di dar vita a una nuova maggioranza, proseguono. Non è uno spettacolo edificante. Fatichiamo a pensare che il bene del Paese, cui tutti mostrano di tenere, sia legato al destino personale di un vicepremier. Al dosaggio dei posti più che alla selezione delle qualità dei membri del governo. Vanità personali e convenienze di parte sono seminascosti dal manto di un rinnovato spirito repubblicano che speriamo si traduca in realismo. La buona volontà non manca. Un governo è necessario. D’accordo. Ma in un impeto di sincerità e trasparenza sarebbe apprezzabile che qualcuno, nella nascente coalizione, facesse al pubblico un discorso di questo tipo. Sì, è urgente non aumentare l’Iva, scrivere una manovra, ma temiamo soprattutto di perdere le elezioni, anche regionali, di vedere ridotto il potere nei gruppi parlamentari e di non arrivare al 2022 per eleggere un nuovo capo dello Stato. Non ci sarebbe niente di male. Il sovranismo muscoloso da spiaggia, sconfitto per ora da sé stesso, si nutre anche dell’ipocrisia e della pavidità degli altri. In un sistema proporzionale tutto è possibile. Mai dire mai. Non vi è dunque alcun «furto di democrazia» in alleanze che appaiono innaturali . E i «ribaltoni» non sono tali solo quando a farli è l’avversario. Rimane però l’interrogativo di quanto possano essere credibili gli impegni che si sottoscrivono da parte di forze politiche (e dello stesso premier) disponibili a cambiare idea così facilmente.

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