Aut-aut di Mattarella: senza accordo governo elettorale in campo stasera

UGO MAGRI 28 Agosto 2019

ROMA. Basta con i contratti stipulati tra partiti, che Parlamento e governo recepiscono passivamente. Quella novità anomala, introdotta lo scorso anno sull’onda del populismo, dev’essere archiviata in fretta. E basta anche con la forzatura dei premier chiamati a realizzare «libri dei sogni» su cui non hanno potuto nemmeno mettere bocca: se come pare toccherà di nuovo a Giuseppe Conte guidare il prossimo governo, il presidente della Repubblica si attende che stavolta sia lui a prendere da subito in mano il timone, tracciando la rotta programmatica e scegliendosi la squadra ministeriale. Non è l’uomo del Colle a stabilirlo, ma la Costituzione all’articolo 95 (il premier «dirige la politica generale del governo e ne è responsabile»). Ecco, dunque, la prima richiesta che Conte si sentirà rivolgere da Sergio Mattarella quando riceverà l’incarico, probabilmente domattina: riportare i buoi davanti al carro. Osservare cioè le sane regole del galateo costituzionale seguite per 70 anni, che prevedono dapprima consultazioni dell’incaricato con tutti i partiti, poi l’elaborazione di un programma di governo serio e puntuale, infine la scelta di ministri su cui il capo dello Stato (è lui a nominarli, su proposta del premier) non abbia nulla da obiettare.

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